Il sindaco di Roma, Virginia Raggi (Foto LaPresse)

Attenzione, cominciano a mollare la Raggi

Gianluca De Rosa

In principio fu Roberta Lombardi, sul caso Marra. Ma adesso nel M5s non è più vietato criticare il sindaco 

Roma. “Succeda quel che succeda, ma Virginia non si critica. Mai”. Era questa la regola aurea, la disciplina quasi sovietica alla quale senza mugugni si attenevano tutti i grillini eletti a Palazzo Senatorio o nei consigli municipali della città. L’arrivo in Campidoglio era il primo segno tangibile del “vento che sta cambiando”, la prima grande vittoria del M5s. E quindi bisognava stare compatti. “Come una testuggine romana”, per dirla con Luigi Di Maio. Perché da fuori tutti volevano distruggerti. L’unica che ebbe il coraggio e la forza di rimproverare la Raggi fu Roberta Lombardi, prima capogruppo alla Camera nel 2013 e pezzo da 90 del M5s a Roma. “Marra è un virus che ha infettato il Movimento”, scrisse su Facebook. In fondo aveva anche ragione: alla sindaca costò un processo e il primo terremoto in Campidoglio con le dimissioni della capo di gabinetto Carla Raineri e dell’assessore al Bilancio Marcello Minenna. E lo scontro con la Lombardi divenne quasi un topos giornalistico: la Faraona contro Virginia, gli ortodossi contro l’indipendentismo della Raggi e dei suoi discutibili amici.

 

Il dissenso, la critica, però era in generale tabù. Obiettare era talmente vietato che mantenere la posizione “No allo stadio della Roma” che il M5s aveva rivendicato durante la campagna elettorale costò alla coerente Cristina Grancio il posto nel gruppo capitolino: cacciata, ripudiata e insultata dai suoi ex compagni. Il vento però, complice forse i duri scontri che ci sono oggi alla luce del sole tra i 5 stelle governanti, è cambiato di nuovo e visioni divergenti e persino critiche alla Raggi non sono più proibite.

 

Lo si era capito già il 15 gennaio scorso, quando in Assemblea capitolina si svolse un lungo consiglio straordinario dedicato all’emergenza rifiuti. Parlarono molti presidenti di municipio e, sorpresa, i più duri furono quelli grillini. “Siamo tutti colpevoli di come la città sta andando. Noi abbiamo problemi di raccolta rifiuti sempre nelle stesse zone. I servizi di Ama non funzionano, non so perché, ma è così”, disse la presidente del VII municipio Monica Lozzi. E ancora peggio andò con Roberto Romanella, minisindaco al VI municipio, Tor Bella Monaca, uno di quei territori dove si stava (e si sta) sperimentando il nuovo porta a porta per la raccolta dei rifiuti: “Turni saltati, contenitori non consegnati, scarsi controlli. La situazione oggi è questa. Le cose non vanno purtroppo. È sotto gli occhi di tutti”. Bum.

 

Passano poche settimane e Lozzi sbotta di nuovo, stavolta dritta contro la sindaca. A farla infuriare è un post Facebook della Raggi che si attribuisce il merito per la riapertura di una scuola. “Tutta l’attività relativa ai lavori per la riapertura è stata svolta unicamente dal Municipio VII”, attacca sempre via social. “L’unico contributo degli uffici comunali, tardivo rispetto alle nostre richieste di interlocuzione, si è limitato alla nostra convocazione”. Non basta. ” Siamo stanchi di un modus operandi a livello centrale che non prevede la condivisione di problemi e soluzioni provenienti dai Municipi, ma che risulta invece estremamente attivo nella pubblicizzazione dei risultati ottenuti”. E poi la bordata finale: “Io con la sindaca non riesco proprio a parlare”.

 
Anche in Campidoglio ormai i consiglieri 5 stelle marciano in ordine sparso. La frattura principale in questo momento riguarda Ama. Dopo le dimissioni dell’ex assessore Pinuccia Montanari e la cacciata dell’ex ad Lorenzo Bagnacani, una parte dei consiglieri capitolini non fa mistero di essere delusa da questa scelta e di stare dalla parte dell’ex assessore nel lungo braccio di ferro sul bilancio 2017 della municipalizzata dei rifiuti che l’ha vista contrapposta alla coppia risultata alla fine vincente composta dall’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti e dal Dg del Campidoglio Franco Giampaoletti.

  

La sede dello scontro è diventata la Regione Lazio, dove settimana scorsa il presidente grillino della commissione Rifiuti, Marco Cacciatore, ha convocato e fatto parlare per più di tre ore l’ex ad Lorenzo Bagnacani. Un fiume in piena che non ha risparmiato pesanti stoccate a Virginia Raggi, a Lemetti e a Giapaoletti. Cacciatore adesso intende sentire anche l’altro l’altro della campana. Per venerdì ha convocato alla Pisana Giampaoletti e Lemmetti. Già settimana scorsa comunque lo scontro tra grillini si è mostrato plasticamente: all’inizio dell’audizione di Bagnacani, la consigliera filo-Raggi Gaia Pennarella si è appellata a una norma del regolamento per chiedere il rinvio della seduta. Secco Cacciatore ha replicato: non è possibile alcun rinvio.

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