Virginia Raggi alla Fosse Ardeatine nel 2016 (foto LaPresse)

L'errore di chi critica Virginia Raggi

Antonio Gurrado

La sindaca attaccata per un tweet sulle Fosse Ardeatine. Ma non ha fatto altro che applicare un esercizio retorico radicato nella diffusa convinzione che la storia sia maestra di vita

Di infinite critiche che si possono muovere a Virginia Raggi, quella per il tweet sugli “errori del passato” è forse la meno sensata: non ha fatto altro che applicare alle Fosse Ardeatine un esercizio retorico radicato nella diffusa convinzione che la storia sia maestra di vita. Basta googlare un attimo per apprendere come pletore di insospettabili abbiano detto in ogni tempo che lo studio della storia serve a evitare di ripetere gli errori del passato, includendovi ad esempio il colonialismo o la Shoah; basta aprire un vocabolario per scoprire che il termine “errore” ha un senso morale, ossia lo sviare le proprie azioni dal sentiero del bene. Più del tweet immeritatamente celebre credo meriti attenzione la filosofia sottesa, che implica due presupposti concatenati. Uno: il male viene compiuto per mancanza o ignoranza, non mai per libera scelta responsabile, e questa illusione platonico-agostiniana fonda la certezza che basti istruire l’uomo per renderlo buono, un po’ come se per alfabetizzare un gorilla bastasse mettergli gli occhiali. Due: lo studio della storia serve a evitare che il passato si ripeta, magari peggiore; questa purtroppo (nonostante Montale, nonostante Machiavelli) è la maniera in cui si tende a impostare l’insegnamento della storia a scuola, senza avvedersi dei problemi che comporta. Ad esempio notare che un approccio etico ed emotivo alla storia porta, anziché a interrogarsi e a comprendere, a discutere di storia sui social a colpi di frasi a effetto. Oppure non capire come mai chi ha fatto scoppiare la seconda guerra mondiale avesse studiato benissimo la prima.

 

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