Carlo Levi, "Lucania 61" (Wikipedia)

preghiera

"Cristo si è fermato a Eboli" è vero ancora oggi

Camillo Langone

Una rilettura dettata dalla nostalgia per la patria lucana, e non solo: l'impressionante attualità. La gelosia dei microcosmi è rimasta la stessa, così come il ruolo del pensiero magico

Ho riletto, dopo tantissimo tempo ossia dopo una vita, “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Ho cominciato a rileggerlo mosso dalla nostalgia per la patria lucana, ammetto la debolezza sentimentale. Ma ho continuato a farlo, con crescente entusiasmo, sospinto da fattori oggettivi, universali: l’olimpica qualità letteraria, la statura umana dell’autore (intelligente giammai saccente), l’impressionante attualità. La vera letteratura non ha scadenza. Molte cose sono cambiate eppure il cuore, l’orrendo cuore delle persone non è cambiato affatto (lo insegna anche un libro più duraturo ancora: “Il Signore vide che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre”). Identica la gelosia dei microcosmi: negli antichi paesi, nidi di vipere e di estensori di lettere anonime, così come nei moderni uffici e social (vedasi “internet shaming”). Identico il ruolo della magia: allora si sperava di guarire con l’abracadabra (“Visitando i malati, mi accadeva molto spesso di vedere, in generale appeso al collo con una cordicella, un fogliolino di carta, o una piccola piastrina di metallo, con su scritta, o incisa, la formula triangolare”) e oggi si pensa di fermare il cambiamento climatico scrivendo dappertutto la parola “sostenibilità”.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).