"Ritratto di Ercole Levi", dal sito della Galleria civica d'arte moderna di Torino  

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Carlo Levi fu anche un magnifico pittore anticonformista, cioè realista

Camillo Langone

Mentre la maggioranza degli artisti italiani si allineava ubbidiente all’astrattismo (la maggioranza degli italiani si allinea ubbidiente sempre) lui continuò per il resto dei suoi giorni, libero e serafico, a dipingere ritratti, autoritratti, contadini lucani, tetti di Roma

Si visiti la mostra dedicata a Carlo Levi (“Viaggio in Italia: luoghi e volti”, Galleria d’Arte Moderna, Torino) e si ammiri l’anticonformismo complessivo del personaggio: non solo politico, anche artistico. Tanti sanno che Levi, di cui voglio assolutamente rileggere il “Cristo si è fermato a Eboli”, negli anni Trenta era un anticonformista nel senso di politico antifascista. Pochi sanno che nel Dopoguerra fu un anticonformista nel senso di pittore realista, come Luca Beatrice sottolinea nel catalogo. Mentre la maggioranza degli artisti italiani si allineava ubbidiente all’astrattismo (la maggioranza degli italiani si allinea ubbidiente sempre) lui continuò per il resto dei suoi giorni, libero e serafico, a dipingere ritratti, autoritratti, contadini lucani, tetti di Roma… (Anche se il mio quadro preferito è del 1923, il fantastico ritratto del padre, borghese corpulento che, sigaro in bocca e pipa sul tavolo, impugna il fiasco e sta per versarne il contenuto non in un bicchiere, in un tazzone).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).