Meglio negri o terroni? Meglio Negroni

Camillo Langone

Cosa rimane da fare a un uomo amante della vita i cui connazionali allo stimarsi preferiscono il suicidarsi?

Mi criticano perché a Milano bevo Negroni al 10 Corso Como. Sarebbe un locale bauscia, parola che a me diverte, quasi commuove (ricordate Guido Nicheli?), ma per il mio interlocutore è chiaramente un insulto. “Consigliami qualche posto non bauscia dove bere Negroni a Milano”, gli chiedo prima di strangolarlo. “Direi che per un Negroni sincero meglio un qualsiasi bar cinese senza pretese”. A parte il fastidio per l’aggettivo “sincero” (insopportabile quasi quanto “autentico”), mi sono venuti in mente, tutti insieme, Longanesi-Malaparte-Barilli-Flaiano e i loro aforismi sull’orrenda passione degli italiani per i vincitori, meglio se stranieri: insomma per gli invasori. Mi è pure tornata in mente l’amica reggiana che tanti anni fa, quando a Reggio Emilia sembrava che il problema fossero i calabresi, testuale mi disse: “Meglio i negri dei taroni”. Ricapitoliamo: a Milano meglio i cinesi dei milanesi, in Emilia meglio gli africani dei cosentini… Cosa rimane da fare a un uomo amante della vita i cui connazionali allo stimarsi preferiscono il suicidarsi? Pregare di bere molti altri Negroni al 10 Corso Como, zattera lussuosa in questo naufragio squallido.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).