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il discorso

Mattarella: “Insensata la pace evocata da chi impone le proprie condizioni. Italia e Ue al fianco di Kyiv”

“Gli interessi nazionali o particolari non possono prevalere sulla tutela del valore universale della persona umana. È inaccettabile un mondo con pochi predestinati seduti a banchetto e molti altri a sperare di ricavarne alcune briciole", dice il presidente alla cerimonia per lo scambio di auguri di fine anno con il Corpo diplomatico

"Un protagonista della comunità internazionale, la Federazione Russa, ha, sciaguratamente, scelto di travolgere questo percorso ripristinando, con la forza, l'antistorica ricerca di zone di influenza, di conquista territoriale, di crudele prepotenza delle armi".  Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per lo scambio di auguri di fine anno con il Corpo diplomatico. Il monito è chiaro: "Le generazioni globali che lottarono contro il nazifascismo in Europa, contro il colonialismo, contro i totalitarismi per rivendicare libertà e diritti, spesso anche a costo della vita, ricercando un progetto di collaborazione sfociato nella creazione dell'Onu, il più ambizioso tentativo nella storia dell'umanità di dare una cornice di regole alle relazioni internazionali, rischiano di vedere infranti, oggi, i loro sacrifici", ha avvertito. 

In ballo, ha aggiunto il presidente, c'è un intero sistema “costruito per assicurare garanzie di pace e di convivenza, riflesso di equilibri lungamente discussi e negoziati”. Il quale “entra in crisi quando qualche protagonista della vita internazionale lo infrange, ritenendo che non sia più funzionale alla prevalenza dei propri interessi, talvolta ondivaghi, e che questi debbano prevalere sui valori condivisi e sulle esigenze degli altri paesi”. Ma anche quando "si accampano presunte -e spesso fallaci- esigenze di sicurezza per alterare la bilancia strategica". Il principio, ha quindi sottolineato Mattarella, "non può essere muovere guerra per fare la pace: è paradossale. Appare insensata la pace evocata da parte di chi, muovendo guerra, pretende in realtà di imporre le proprie condizioni. Un principio rimane fondamentale e insuperabile: gli interessi nazionali o particolari non possono prevalere rispetto alla tutela del valore universale della persona umana, fondamento sostanziale di ogni altro diritto e conquista del nostro tempo". 

Per il popolo ucraino sarà il quarto Natale sotto le bombe. “Si moltiplicano gli attacchi russi alle città e alle infrastrutture civili ed energetiche. Le vittime civili sono sempre più numerose". Per il capo dello stato non è accettabile "un mondo con pochi predestinati seduti a banchetto e molti altri destinati a sperare di ricavarne alcune briciole". Motivo per cui "l'Europa e l'Italia restano saldamente al fianco dell'Ucraina e del suo popolo, con l'obiettivo di una pace equa, giusta e duratura, rispettosa del diritto internazionale, dell'indipendenza, della sovranità, dell'integrità territoriale, della sicurezza ucraine", ha assicurato Mattarella. 

 

Dall'Ucraina al medioriente: "Difendere la soluzione dei due Stati”

Il pensiero, ha sottolineato Mattarella, "è costantemente rivolto anche al destino dei popoli del medioriente e a quello della striscia di Gaza, martoriata per due anni da inumana violenza" scaturita "dalla barbaria di Hamas e alimentata da una lunga guerra. Si sono aperti spiragli importanti ma molto resta ancora da fare per consolidare il cessate il fuoco". Sul questo fronte, l'auspicio più ampio resta quello di "vedere a affermarsi pace e stabilità". Ma questi traguardi “non possono prescindere dalla pacifica coesistenza, dalla sicurezza dei popoli israeliano e palestinese, nella cornice della soluzione a due stati, che occorre sostenere e difendere da qualsiasi tentativo di comprometterne la praticabilità”, ha aggiunto. 

 

Sull'Ue: “Un'esperienza riuscita. Ma il processo di integrazione non è concluso

"L'Unione europea, una delle più riuscite esperienze di pace tra i popoli e di democrazia, è nata e si è ampliata nella costante ricerca della pace, ripeto, e della libertà, garantite, nel proprio ambito, in base a Trattati liberamente stipulati dai popoli europei; che ne hanno ricavato diritti e benessere", ha detto il presidente rivolgendosi al Corpo diplomatico al Quirinale. Nei rapporti internazionali, la storia insegna che “dinamiche puramente bilaterali pongono il più debole alla mercé del più forte”. Di conseguenza, per Mattarella “non è accettabile la pretesa che quelle dinamiche tornino a essere la misura dei rapporti tra popoli liberi. La libera condivisione di principi e di norme non è una gabbia che costringe, ma un sostegno che tutela, soprattutto i più deboli. Non sorprende che vengano contestate da corporazioni internazionali che si espandono pretendendo di non dover osservare alcuna regola: questa non sarebbe libertà ma arbitrio".

"Nei settantacinque anni dalla Dichiarazione Schuman, lungimirante avvio dell'integrazione europea – ha aggiunto il capo dello stato – vi è stato creato un inedito spazio di valori comuni che ha saputo garantire la coesistenza pacifica e la collaborazione tra i suoi membri e le aspirazioni dei suoi cittadini a diritti e libertà. Il processo di integrazione non si è ancora concluso e affronta oggi nuove sfide, e conferma la sua attrattività. Le ambizioni e gli sforzi, le volontà di popoli nostri vicini, dai Balcani Occidentali alla Moldova, dall'Ucraina alla Georgia, devono essere accompagnate da una attiva disponibilità dell'Unione ad accoglierli". Mattarella ha sottolineato ancora che "il carattere positivo di queste esperienze non ci consente di scivolare nell'indifferenza per quel che accade nel mondo e pone in discussione diritti, libertà e opportunità di sviluppo. Con conflitti che, con il loro protrarsi, gettano pericolosi semi di odio che rischiano di compromettere anche l'avvenire di quelle popolazioni".

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