Elly Schlein (Ansa)

Passeggiate romane

Il Pd si agita in vista del voto. La minaccia Ignazio Marino e il no di Andrea Orlando

La composizione delle liste è ancora in alto mare, mentre emergono i malumori e le preoccupazioni per il risultato elettorale, da nord a sud. Euro-maretta dem

La Direzione per varare le liste non è stata ancora convocata ufficialmente (dovrebbe essere indetta tra il 15 e il 20 aprile) ma il Pd è già prossimo all’esplosione. Sulla composizione delle liste infatti c’è maretta, per usare un eufemismo, giacché non si è ancora capito chi si candida e dove. E soprattutto non si è ben compreso chi saranno i fortunati che potranno sedersi a Strasburgo, dal momento che questo dipenderà sia dalla percentuale ottenuta dai dem sia da dove Elly Schlein deciderà di candidarsi per poi dimettersi e dare il “suo” seggio al Parlamento europeo al primo o alla prima dei non eletti. 

Nel Sud Italia c’è grande preoccupazione per il risultato elettorale dopo i fatti pugliesi che potrebbero incidere negativamente sul partito. Ed è in questa delicata situazione che deve giocarsi le sue carte Pina Picierno. Il Pd non ha ritenuto opportuno offrire alla propria vicepresidente del Parlamento europeo il posto di capolista. l’affollarsi delle candidature esterne (Lucia Annunziata, Sandro Ruotolo), la probabile presenza in lista della segretaria, i giochi e i giochetti dei due ras del meridione (Michele Emiliano e Vincenzo De Luca) che intendono mandare un fedelissimo a Strasburgo, c’è il forte rischio che Picierno resti fuori dal Parlamento europeo. Lei che lo ha capito e che non si è mai fatta troppi scrupoli, al contrario di tanti dell’area Bonaccini, nel criticare la segretaria, ieri in un post su Facebook ha ironizzato sulla notizia data ai giornali domenica dal Nazareno: quella secondo cui Schlein, per un rinnovamento morale del Pd, ha deciso di adottare un codice etico. Picierno commenta con sarcasmo la notizia: “Segnalo che ai candidati del Pd è richiesta da sempre la presentazione del casellario giudiziario e che il codice etico del Partito democratico esiste dal 2008”. Così con poche affilate parole la vicepresidente dell’Europarlamento smonta la propaganda del suo stesso partito. 

Dal sud al centro. Anche qui sono guai. Nelle ultime elezioni europee, quelle in cui il Pd di Zingaretti conquistò quasi il 23 per cento, i dem elessero quattro loro rappresentanti. Adesso quel risultato è abbastanza difficile da raggiungere (non c’è un sondaggio che assegni al Pd nemmeno il 21 per cento) e in compenso i candidati che aspirano all’elezione sono molti. C’è Nicola Zingaretti, che da ex presidente della regione Lazio si è candidato in quella circoscrizione (sempre che all’ultimo non ci ripensi), c’è Camilla Laureti, che è l’unica europarlamentare dell’attuale gruppo a essere una fedelissima di Elly Schlein, c’è Marco Tarquinio. E ci sono due sindaci uscenti: Dario Nardella e Matteo Ricci. Insomma anche qui un bell’affollamento. 

Senza contare il fatto che in questa circoscrizione i rossoverdi di Avs candidano Ignazio Marino, che potrebbe rendere le cose più difficili al Pd e togliergli qualche voto. L’ex sindaco di Roma ha già cominciato a bastonare i dem sul termovalorizzatore, mettendoli in imbarazzo. Il Pd aveva anche cercato di convincere i rossoverdi a soprassedere (puntando per questo soprattutto su Angelo Bonelli), ma non c’è stato verso: secondo i sondaggi in possesso di Avs, Marino regalerebbe l’agognato quorum del 4 per cento alla coppia Fratoianni-Bonelli, perché il suo valore aggiunto oscilla tra lo 0,5 e lo 0,7 per cento. 

In attesa che nel nord-est Stefano Bonaccini sciolga la riserva, nel nord-ovest Andrea Orlando parrebbe orientato a rifiutare la proposta della segretaria di candidarsi dietro Cecilia Strada. Dicono che Orlando sia semmai interessato a tentare l’avventura delle regionali candidandosi alla guida della sua Liguria.
 

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