(foto Ansa)

il forcing

Inizia il forcing per il Pnrr. Due mesi di fuoco per le amministrazioni, poi gli esami per il Next generation

Giorgio Santilli

Il cantiere amministrativo è un intreccio di norme e procedure senza precedenti. E Fitto preme perché non si perda tempo

Il grande sogno di trasformazione del paese Italia si sta trasformando nel grande incubo per la burocrazia italiana. Nei prossimi tre mesi si gioca la scommessa di Raffaele Fitto di cambiare marcia al Pnrr e ai suoi fratelli minori, Pnc (Piano nazionale complementare) e interventi ex Pnrr (stralciati dal Piano europeo ma ancora gravitanti nella sua orbita). Di cambiargli marcia e renderli funzionanti come orologi svizzeri oppure commissariarli, punirli, definanziarli, accantonarli. Maggio sarà il mese degli esami che i singoli interventi (soprattutto del Pnc) dovranno sostenere sull’allineamento ai target. Se le amministrazioni titolari non risponderanno a Fitto e alla Ragioneria generale, la bocciatura sarà inevitabile e comporterà l’esercizio di poteri sostitutivi da parte di Palazzo Chigi, il rimborso a carico dei ministeri delle spese sostenute tramite tagli ai budget o compensazioni di altri trasferimenti, l’esposizione alla pubblica gogna sul sito Pnrr del governo come “amministrazione non allineata”. Ma il forcing più duro cui saranno sottoposte le amministrazioni titolari di interventi Pnrr sarà prima degli esami finali, nei prossimi due mesi.

 

Un gigantesco cantiere di lavoro amministrativo sotterraneo, dettagliato nel decreto legge 19, il cosiddetto Pnrr 4, un intreccio di norme e procedure senza precedenti, neanche nei vecchi provvedimenti sul Piano di ripresa e resilienza.  Se il riassetto del quadro finanziario del Pnrr e fratelli minori è ormai stranoto, con i 12,8 miliardi che andranno a rifinanziare i progetti stralciati e la stretta sul Pnc, il cantiere amministrativo è pressoché sconosciuto.  A marzo e aprile la quantità di risposte minuziose da dare, correzioni da approvare per decreto, informazioni da inviare e procedure da espletare è tale che viene da chiedersi se la via “poliziesca” scelta da Fitto sia il modo migliore per ridare slancio al Pnrr, liberandolo delle zone d’ombra, dei buchi di informazioni, delle lentezze negli aggiornamenti, oppure non sia il modo per affossarlo definitivamente.
Molto dipenderà dalla capacità e dalla prontezza di risposta alla nuova sfida di quella stessa Pubblica amministrazione che ha la responsabilità fondamentale nei ritardi di oggi. E qui è il paradosso. Si chiede a chi finora ha tirato la carretta fra mille difficoltà e congegni malfunzionanti e risultati altalenanti di fare pure lo sforzo di manutenzione straordinaria. Per non parlare della Struttura di missione centrale di Palazzo Chigi, che ha sì assorbito con un solo colpo di bacchetta magica la ex struttura dedicata ai fondi di coesione per il sud e ora dovrà gestire questa nuova stagione di esami e poi sostituirsi alle amministrazioni ritardatarie per colmare lentezze e blocchi.

 

Basta mettere in fila qualcuna delle centinaia di scadenze per capire di cosa si parla. Il tormentone comincia già il 17 marzo prossimo con l’obbligo per le amministrazioni titolari di interventi del Piano nazionale complementare  di ritrasmettere dati dettagliati di ogni singolo lavoro, codici identificativi, costi aggiornati, pagamenti fatti e da fare, stato di avanzamento,  lavori appaltati, impegni contabili assunti. Mettere una pezza, insomma, a un quadro di dati che di open non ha nulla ed è invece risultato opaco e largamente incompleto. L’obiettivo di questo primo intervento sul Pnc è definanziare tutti i progetti che non si sono mai neanche mossi dai blocchi di partenza, mentre il secondo stadio, fissato al 2 aprile, servirà a recapitare a Palazzo Chigi e al Mef i nuovi cronoprogrammi, stavolta differenziati in finanziari e procedurali. Un’altra complicazione che è una risposta alle difficoltà incontrate dalla piattaforma Regis sia nell’aggiornamento dei dati Pnrr sia nella capacità di tenere sotto controllo il percorso degli interventi, come ha più volte spiegato Fitto di recente. E anche per Regis, che si è rivelato un buco informativo più che il fiore all’occhiello che doveva essere, parte una robusta cura di manutenzione straordinaria a base di cronoprogrammi, aggiornamento dati arretrati, stato di avanzamento effettivo. E stavolta c’è dentro tutto, Pnrr compreso.

 

Ci sono poi gli interventi stralciati dal Pnrr, gli ex Pnrr, per cui si continuano ad applicare le semplificazioni normative, le corsie preferenziali, i sostegni al personale, le norme sugli appalti previste per il Pnrr.  Fra questi ci sono anche le procedure di monitoraggio, rendicontazione e controllo degli interventi che dovranno passare comunque sulla piattaforma Regis.

Di più su questi argomenti: