(foto Ansa)

il caso

Quando sul limite di mandati Salvini diceva: "Dieci anni per i sindaci sono cosa buona e giusta"

Redazione

Il vicepremier nel 2016 appoggiò una mozione dei Giovani Padani a favore del mantenimento dei due mandati. Anche Crippa (allora coordinatore del movimento) era d'accordo. Ma il Carroccio tira dritto. Romeo: "Non ritiriamo il nostro emendamento. Deciderà il Parlamento"

"Sarà cosa buona e giusta un limite di due mandati, anche nella Lega. Perché dopo dieci anni penso che si possa lasciare spazio a qualcun altro che potrà prendere il nostro posto a Bruxelles, a Roma o in Regione, come fanno i sindaci". Sembra una delle tante dichiarazioni con cui Forza Italia e Fratelli d'Italia stanno provando a opporsi al disegno della Lega, che vuole abolire il limite di due mandati per sindaci e presidenti di regione. Ma le parole che avete appena letto sono proprio di Matteo Salvini. Il vicepremier disse queste cose dal palco del raduno di Pontida, nel settembre del 2016. Spiegando di aver condiviso una mozione appena votata dal movimento dei "Giovani Padani".

 

 

Salvini motivò la scelta spiegando che "altrimenti magari qualcuno corre il rischio di dedicare la sua attività politica, più che a combattere gli avversari da fuori, a tener fuori dalla porta della sezione eventuali competitori di dentro, che poi possono andare a fare il sindaco, l’assessore o il consigliere comunale". E chiedendo ai militanti radunati sul pratone: "Aprite le porte delle sezioni, aprite le porte delle sedi, facciamo entrare persone che ci possano aiutare a crescere, senza paura". Una lettura che era stata condivisa, negli stessi giorni, dall'allora coordinatore dei Giovani Padani Andrea Crippa, secondo cui, come ha notato Pagella politica, "la politica deve ritornare a essere un mezzo, non un fine. E quindi dieci anni ci sembrano più che sufficienti per dimostrare le proprie capacità, per evitare l’accentramento di potere e per favorire il ricambio generazionale", disse l'attuale vicesegretario, otto anni fa.

Sono dichiarazioni completamente agli antipodi rispetto a quanto va dicendo la Lega negli ultimi tempi. "E' una questione di democrazia, se uno ha un buon sindaco e un buon governatore e dopo due mandati non può più rivotarlo per legge, secondo me perde qualcosa. Per i ministri, per i parlamentari italiani, per i parlamentari europei c'è un limite di mandati? No. Se uno si trova il sindaco bravo, il governatore bravo, per me sarebbe utile che potesse rivotarselo due, tre, quattro, cinque, diciotto volte", ha ripetuto ancora questa mattina Salvini in tv. Una posizione nel frattempo espressa più volte anche da Crippa: "Non è la politica che decide, ma i territori. Noi siamo favorevoli al Terzo mandato".

Sulla questione si deciderà entro domani, perché la Lega, che sembrava intenzionata a ritirare l'emendamento, ha in realtà deciso di affrontare il voto sul dl Elezioni in commissione Affari costituzionali al Senato: "Deciderà il Parlamento, questo è il nostro intendimento. E ribadisco, se non dovesse andare bene questa volta non è detto che non possa andare bene più avanti. Quindi si può sempre riprovare qualora il Parlamento dovesse decidere in maniera contraria", ha spiegato in mattinata il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo. Di altro segno sono state invece le parole di Maurio Lupi. "Invitiamo la Lega a ritirare il suo emendamento e fare sua la posizione del presidente della Conferenza delle regioni Fedriga: discutere dopo le elezioni europee del terzo mandato", ha detto il leader di Noi moderati, aggiungendo: "È l’unico modo per non strumentalizzare questo tema e affrontarlo seriamente". 

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