(foto Ansa)

editoriali

Le rette parallele di Salvini e Nordio sulla giustizia

Redazione

 Sulla riforma del sistema giudiziario i due ministri del governo Meloni hanno visioni inconciliabili. Chi avrà la meglio?

Lo youtuber Matteo Di Pietro ha patteggiato una condanna a quattro anni e quattro mesi per l’incidente con cui ha provocato, a giugno scorso, la morte di un bambino di cinque anni. Di Pietro era su una Lamborghini noleggiata per filmare una sfida social e viaggiava a circa 120 chilometri orari in una via residenziale di Roma. Ieri il ministro alle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha commentato la notizia del patteggiamento scrivendo su X, ex Twitter: “4 ANNI per aver ucciso un bimbo di 5 anni? Una riforma della giustizia è quantomai necessaria”. Per quanto questo linguaggio possa essere efficace secondo le regole dell’ex Bestia salviniana, dai tempi in cui il metodo Morisi faceva crescere sui social il consenso del leader della Lega sono cambiate un po’ di cose. Per esempio Salvini non è più un rumoroso e indisciplinato leader dell’opposizione, ma è adesso un rumoroso e indisciplinato membro di spicco del governo.

 

L’esecutivo di Meloni ha promesso, è vero, una riforma della giustizia, ma in senso garantista, come ha più volte spiegato il Guardasigilli Carlo Nordio, e non certo dal carattere giustizialista e manettaro, come invece il vicepremier sembra volere oggi. E’ lecito dunque chiedersi, a questo punto: che riforma della giustizia dobbiamo aspettarci da questo governo? Una in cui il patteggiamento viene abolito o disincentivato, come sembra lasciar intendere Salvini? Oppure una garantista, che velocizzi i processi incentivando patteggiamenti e pene alternative, come auspica il ministro Nordio? Un anno fa in un’intervista al Giornale l’attuale ministro della Giustizia spiegava che nei suoi progetti c’era quello di “allargare i patteggiamenti” per risolvere il problema della durata eccessiva dei processi, ripartendo dalla riforma Cartabia, che andava proprio in quella direzione. Insomma, siamo di fronte a due visioni radicalmente opposte della giustizia. Quale avrà la meglio?

Di più su questi argomenti: