Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - foto Ansa

Fratture

Il centrodestra si spacca in Sicilia sul disegno di legge "salva-ineleggibili"

Nicolò Zambelli

Scontro totale nella maggioranza dopo che dieci franchi tiratori, sembra di Lega e Dc, hanno affossato un disegno di legge proposto da Fratelli d'Italia. Schifani è cauto ma i meloniani sono pronti a ritirare gli assessori. Sul tavolo della crisi anche le nomine ospedaliere

È crisi di governo in Sicilia. Nella giornata di ieri la maggioranza del centrodestra si è spaccata sulla legge "salva-ineleggibili" e sulle nomine di manager ospedalieri e di aziende sanitarie. Nel pomeriggio, al Parlamento regionale era prevista la votazione di un decreto legge che avrebbe dovuto "sanare" la posizione di quattro deputati (tre di Fratelli d'Italia e uno dell'opposizione) dichiarati ineleggibili da una sentenza di primo grado del tribunale. La norma, composta da appena due articoli, di fatto interveniva rimuovendo – anche retroattivamente – le cause di ineleggibilità per i deputati regionali stabilite dalla legge 29 del 1951: in base a questa norma non può essere eletto chi ricopre un incarico nelle società controllate dalla regione.  Sembra essere il caso dei quattro deputati a cui la legge proposta dai meloniani sembra fare riferimento.

La legge è stata fortemente voluta da Fratelli d'Italia, che nei giorni scorsi ha anche chiesto di cambiare gli ordini del giorno nell'assemblea regionale per arrivare a votarla il prima possibile. Sempre nel pomeriggio di ieri per la votazione in aula, dieci franchi tiratori del centrodestra hanno votato contro il disegno di legge: 34 voti contrari e 30 favorevoli, con Lega e Dc che avrebbero votato con l'opposizione. Il voto, segreto, è stato ripetuto due volte ed ha avuto lo stesso esito. In aula era presente anche il governatore Renato Schifani. Dalla sua segreteria spiegano al Foglio che da parte di FdI non è arrivata nessuna rimostranza rispetto all’esito del voto di ieri. "Non ne siamo a conoscenza e non ne vediamo la motivazione", è la versione ufficiale. "Il presidente ha preparato il voto sul disegno di legge da loro proposto anche con riunioni di maggioranza. Poi con il voto segreto ci sarà stato qualcuno che in coscienza ha deciso di non votare il provvedimento".
 

La questione è comunque più complessa e si inserisce all'interno di una discussione riguardo alle nomine dei manager di aziende e ospedali, varati in serata dal governo Schifani, in assenza degli assessori in quota FdI. Questi erano infatti impegnati in un vertice di partito e hanno disertato la riunione dell'esecutivo in polemica con il resto della coalizione dopo lo stop al disegno di legge tanto voluto (e che salverebbe il posto a quattro loro deputati). Secondo quanto si apprende da fonti di FdI, la formulazione della frattura sarebbe semplice: Schifani "nomina manager della sanità senza di noi e quindi è crisi".

 

 

Sempre dalla sua segreteria fanno sapere che anche sulle nomine dei manager della sanità FdI era a conoscenza della delibera e dei nomi, visto che erano stati concordati. "C’era una condivisione di base ed era l’ultimo giorno utile. Il presidente, rispettando anche un principio di qualità delle nomine, ha tenuto conto anche delle indicazioni del partito di Meloni". Da settimane infatti all'interno del FdI in Sicilia, sulla scelta dei nomi, erano in corso discussioni tra due frange interne. La tensione rimane dunque altissima e ora FdI minaccia di ritirare i suoi assessori.

Nel frattempo, esulta l'opposizione: "Questa maggioranza ormai in frantumi ha provato per l’ennesima volta a far passare una norma inaccettabile per salvare gli ineleggibili, meno male che ci abbiamo pensato noi dell’opposizione a salvare la dignità del parlamento siciliano. Resta la figuraccia politica del presidente Schifani che non si è fatto vedere durante l’esame della finanziaria a Sala d’Ercole ma si è presentato oggi per assistere alla sua maggioranza che sgretolava sul ddl salva-ineleggibili", dicono Pd, Sud Chiama Nord e Movimento 5 stelle.

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