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DI COSA PARLARE STASERA A CENA

La Lega attacca von der Leyen per attaccare Meloni

Giuseppe De FiIippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Dalla Lega non perdono l’occasione per contestare l’Ue con toni che sovrastano anche il rumore dei trattori. Sono critiche scomposte, mestano nella confusione delle proteste agricole, cui aggiungono ulteriori allusioni equivoche. L’obiettivo dichiarato con il suo nome è Ursula von der Leyen, quello indiretto ha il nome di Giorgia Meloni. Tra presidente del Consiglio e la presidente della Commissione è nato da tempo un interessante rapporto politico di collaborazione pragmatica, chiaramente cementato dall’impegno di FdI e dei Conservatori europei per la rielezione della presidente tedesca. Accordo che, tra l’altro, è uno dei pochi e rari atti di politica innovativa, una delle rare mosse spiazzanti che si vedono dalle parti di Bruxelles, una manovra di intelligente trasformismo (nell’accezione positiva che nelle nostre chiacchiere a cena diamo sempre a questa parola). Cose che fanno saltare i nervi al leader leghista e a qualcuno dei suoi parlamentari, quelli cui è affidato il compito di spararla grossetta, per vedere l’effetto, in attesa che arrivi Matteo Salvini a spararla grossa. Dicono tutti, molto scafati, che è solo tattica in vista delle europee, ma qui l’impressione è un po’ diversa. E si tende a pensare che il giorno dopo le europee, con l’avvio dei nuovi assetti parlamentari e con la prospettiva della nuova Commissione, le tensioni nella maggioranza italiana potranno anche peggiorare.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

L’occupazione continua a crescere, forse perché si sposta più avanti l’età della pensione, forse perché c’è più interesse da parte delle aziende a trattenere i lavoratori con competenze acquisite, forse per una riorganizzazione degli orari. E per una serie di altre ragioni legate alla tenuta delle Pmi anche di fronte al forte rallentamento dell’economia tedesca (tradizionalmente il principale rapporto commerciale per molte aziende italiane)

Fatto #2

Molti giornali punteranno sull’equiparazione un po’ iperbolica per cui l’evasione fiscale è come il terrorismo, fatta oggi dal viceministro che ha in mano la riforma del fisco, Maurizio Leo. Altri sul progetto di usare i social per stanare i comportamenti che tradiscono redditi maggiori di quelli dichiarati. Ma la questione sostanziale, ed è una partita annosa tra Agenzia delle entrate, politica e Autorità garante della privacy, è quella dell’uso dei tanti dati con cui si riuscirebbe a rendere l’evasione fiscale un tentativo molto pericoloso. Leo vuole provare a giocare queste carte e lo fa approfittando delle spiegazioni chieste sull’introduzione del concordato preventivo biennale esteso potenzialmente a 4 milioni di partite Iva, sul quale ha ricevuto critiche dall’opposizione, tra cui quella di facilitare la vita agli evasori. Leo vede le cose in tutt’altro modo, crede che con l’accordo biennale si consentirà l’avvio di rapporti corretti con il fisco a molti contribuenti e, soprattutto, avverte chi non aderirà che le liste a quel punto diverranno selettive, oltre che meno lunghe, e che, con buoni strumenti informatici e con i dati consultabili, i controlli diventeranno molto efficienti. Ovviamente anche sulla lotta all’evasione è partita subito la replica leghista, con la messa in guardia per l’uso di social e di altre informazioni

p.s. Sul terrorismo: il parallelo ha molti punti deboli, uno per tutti è che il terrorismo fu un affare di pochissimi per colpire le menti di tanti e le istituzioni mentre l’evasione fiscale è pratica diffusa, stando ai numeri, e le menti altrui cerca di lasciarle quiete e distratte.

Fatto #3

Il ministro Giancarlo Giorgetti conferma la cessione di una quota di Poste e aggiunge qualche particolare

 

Oggi in pillole