Il caso

Fatto contro Crosetto. L'audio del discorso smentisce il quotidiano di Travaglio

Luciano Capone

Il giornale attribuisce al ministro della Difesa frasi choc su Ucraina, Cina, Medio Oriente e "neutralità" dell'Italia. Ma nella registrazione dello speech, ascoltata dal Foglio, non c'è traccia di nessuna di quelle affermazioni. Dice l'opposto. Per il ministro è "un atto di guerra ibrida"

Chissà se è stata, come lui ritiene, una forma di “guerra ibrida”, una polpetta avvelenata oppure solo superficialità. Perché la ricostruzione pubblicata dal Fatto quotidiano del discorso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, non coincide affatto con l’audio, in possesso dal Foglio, dell’intervento del ministro. Non è che ci sono delle imprecisioni. I due discorsi sono completamente diversi, quasi opposti, sicuramente incompatibili. 

 

La prima pagina del Fatto quotidiano sul suo presunto voltafacccia, o meglio sulla sua doppia lingua, cioè il dire in privato l’opposto che in pubblico, è stata accolta da Crosetto quasi come un atto di guerra. "L'articolo del Fatto di oggi mi ha convinto che sia necessario tutelare non tanto me stesso, ma il ruolo istituzionale che ricopro – ha detto in una nota il ministro della Difesa –. L’assoluta non corrispondenza di quanto da me affermato con le parole attribuite al ministro della Difesa e il conseguente gravissimo danno, soprattutto sul piano internazionale che ne deriva, con possibili ripercussioni negative per lo stato e la sicurezza nazionale, non possono essere derubricate ad attacco politico”. Per Crosetto “non si tratta solo di diffamazione aggravata” ma di un atto simile a quelli di "guerra ibrida che vengono utilizzati seminando fake news per indebolire le istituzioni”. Il Fatto quotidiano, invece, dopo la dura nota del ministro conferma tutto: "I contenuti del discorso e delle successive confidenze del ministro agli altri commensali ci sono stati confermati venerdì, in momenti diversi, da ben quattro persone presenti all'evento. E li abbiamo doverosamente riportati".

 

Ma cos’è successo? Ieri, il Fatto quotidiano ha pubblicato una prima pagina con la foto del ministro della Difesa con il titolo: “Crosetto: ‘Kiev perde. Mar Rosso? Alla larga”, in cui si riporta un “discorso segreto” del ministro che smentirebbe radicalmente la linea di politica estera del governo Meloni, dall’Ucraina alla Cina passando per il Medio Oriente. L’articolo parla di un evento organizzato dalla società di consulenza Ernst&Young (EY)  in cui Crosetto, davanti a una platea ristretta ha tenuto un discorso riservato, “in chat house” (sic!) scrive il Fatto quotidiano, probabilmente volendo intendere in “Chatam House (rule)”, una comune regola di conversazione secondo cui i partecipanti sono liberi di usare le informazioni acquisite ma senza divulgare all’esterno chi ha detto cosa. Secondo il Fatto quotidiano, che si basa per la sua ricostruzione su “quattro diverse fonti” tutte anonime, nel discorso focalizzato sulle “previsioni per il 2024” Crosetto avrebbe definito uno scenario “a dir poco apocalittico”.

 

Quattro sono i passaggi fondamentali, secondo la ricostruzione del Fatto, dello speech di Crosetto. Primo: “La vittoria di Trump alle presidenziali di novembre, sostiene Crosetto, è più che sicura. Non ci sarà nulla da fare per Biden”. Secondo: l’Ucraina “nel corso dell’anno capitolerà definitivamente e Putin, immediatamente dopo, si sentirà abbastanza forte da tentare altre invasioni contro Estonia e Lituania”, quindi contro la Nato. Terzo: “La Cina, sempre più irritata dal governo filo-americano di Taipei, deciderà di passare all’uso della forza contro Taiwan”. Quarto: in Medio Oriente non si vede una soluzione al conflitto, ma il rischio di un allargamento. E quindi, secondo il Fatto quotidiano, Crosetto avrebbe concluso il discorso dicendo: “Per evitare di rimanere vaso di coccio tra due vasi di ferro l’Italia dovrebbe avviarsi a un progressivo disimpegno da ogni sostengo militare e porsi in una posizione neutrale”. Se anche solo una minima parte di queste dichiarazioni fosse vera, Crosetto avrebbe dovuto già rassegnare le dimissioni da ministro della Difesa per una clamorosa incompatibilità con la politica estera del governo e con le alleanze internazionali paese.

 

Il Foglio è in possesso della registrazione del discorso alla platea di E&Y, della durata totale di 26 minuti e 25 secondi comprensivi di risposte ad alcune domande, e non c’è praticamente nulla di tutto ciò. Innanzitutto lo speech non verte affatto sulle “previsioni per il 2024” ma, al contrario, è integralmente focalizzato su previsioni di lungo termine sulla base dei trend economici e demografici del mondo. Dei quattro temi sollevati dal Fatto quotidiano, solo uno è realmente affrontato: Donald Trump. Crosetto dice che è molto probabile la vittoria a novembre di Trump (anche se non si esprime nei termini categorici usati dal Fatto), ma il suo non è un auspicio o un semplice pronostico, ma piuttosto la previsione di uno scenario rischioso per l’Europa in quanto potrebbe portare a un disimpegno degli Stati Uniti dall’Ucraina: “L’Europa probabilmente si troverà da sola, e questa è la mia paura, a sostenere lo sforzo che adesso hanno sostenuto al 65 per cento gli Stati Uniti”, dice il ministro. Il messaggio, insomma, è che la Nato e l’Ue devono “prepararsi” a questa eventualità.

 

Secondo punto. Crosetto non fa alcun riferimento, mai, a una “capitolazione” dell’Ucraina entro il 2024 (né in futuro). E neppure a una possibile invasione dei paesi baltici da parte della Russia, che vorrebbe dire un attacco diretto alla Nato. Terzo punto. Crosetto non parla minimamente delle relazioni tra Cina e Taiwan né tantomeno di una possibile invasione cinese entro l’anno. Quarto: il ministro non ragiona in quei termini del conflitto in Medio Oriente. Non parla affatto di Israele e Palestina, ad esempio, ma fa una riflessione sulla “guerra commerciale” scatenata nel Mar Rosso dagli Houthi e attraverso gli Houti da altre potenze globali. Sul tema, peraltro, Crosetto sottolinea quanto questa crisi sia fondamentale perché in gioco c’è “il predominio del commercio marittimo”. L’opposto di una dichiarazione, attribuitagli sempre dal Fatto, secondo cui avrebbe manifestato profondo disinteresse per la questione (“Le navi nel Mar Rosso? Fosse per me non ci manderei proprio niente”). Infine, la conclusione sull’Italia “vaso di coccio” che dovrebbe scegliere un “progressivo disimpegno” per “porsi in una posizione neutrale” non è stata mai pronunciata. Anzi, in diversi passaggi Crosetto parla della necessità di rafforzare politicamente e rendere più efficaci sullo scacchiere internazionale sia la Nato sia l’Unione europea. L’opposto.

 

Insomma, ascoltando l’audio del discorso di Crosetto, delle quattro affermazioni che attraverso le sue fonti anonime il Fatto gli attribuisce, solo una è parzialmente vera, il pronostico su Trump, seppure riportata in maniera forzata e distorta. Le altre tre affermazioni (la capitolazione dell’Ucraina, l’invasione cinese di Taiwan, il Medio Oriente) non sono mai state pronunciate. Le conclusioni sulla “neutralità” dell’Italia, infine, non solo sono completamente inventate (nel senso che la fine del discorso ha riguardato le riforme e la competitività dell’Italia) ma dicono l’opposto di quanto espresso dal ministro nel resto dello speech.

 

C’è però nel discorso tenuto dal ministro un passaggio in un certo senso premonitore: “In un mondo in cui le guerre diventeranno ibride – ha detto il ministro della Difesa – la disinformazione sarà una delle armi peggiori per indebolire i paesi”. Sono, più o meno, le stesse parole usate successivamente da Crosetto per commentare lo “scoop” del Fatto quotidiano nei suoi confronti.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali