(foto LaPresse)

il summit

Il G7 sotto casa: da Fiuggi ad Avellino i ministri organizzano i vertici nelle loro città

Simone Canettieri

Meloni porterà i grandi della terra in Puglia dove trascorre le vacanze, gli altri esponenti del governo hanno scelto le loro terre natie. E' la presidenza dell'arcitaliana del summit

Ministri profeti in patria, anzi in città, per il G7. Se Giorgia Meloni porterà i grandi della terra a giugno nella Valle d’Itria, spicchio di Puglia dove da anni trascorre le vacanze estive, gli altri membri del governo non sono da meno.  Paesi e buoi dei G7 tuoi. In un tripudio di campanilismo, infatti,  i principali componenti della squadra meloniana si sono apparecchiati i vertici interministeriali nelle loro città natie. Un tributo alle terre che li hanno visti crescere che si sublimerà con l’arrivo di delegazioni da tutti gli angoli del mondo per la gioia dei sindaci – ma anche di mamme, cugini e compagni di classe –   pronti a rilasciare interviste per “ringraziare il signor ministro di essersi ricordato della sua città”. E’ il G7 strapaese? Chissà. Fuori gli esempi: uno dei quattro vertici interministeriali sugli esteri si svolgerà a Fiuggi, cittadina nel Frusinate di diecimila abitanti, famosa per la svolta di An. Qui nacque Antonio Tajani.

 

La data è ancora da fissare, ma la decisione è presa. Come ha annunciato a Ciociaria Oggi  il sindaco Alioska Baccarini: “Al nostro concittadino va il nostro sentito ringraziamento a nome dell'intera comunità fiuggina per essersi speso in questa direzione”. Sembra già di vederli i ministri degli esteri di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti andare a spasso nel borgo    con tanto di blitz alle terme e ai centri benessere (altro che il seminario del Pd a Gubbio). Fiuggi me genuit, dirà il Virgilio Tajani.    Il 2, 3 e  4 ottobre invece Avellino diventerà il centro più sicuro e protetto del mondo: in questi giorni il genius  loci Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, porterà i suoi sei omologhi più importanti della terra a casa sua. Siamo davanti alla riscoperta della provincia profonda. Con i tappeti rossi e autoblu per un fine settimana.  Il napoletano Gennaro Sangiuliano invece porterà tutti a Positano, sulla costiera amalfitana, dove questa estate ha presentato  la prima biografia completa di Giuseppe Prezzolini, che gli è valso il riconoscimento “Amico di Positano”. Il suscettibile ‘o ministro della cultura e dei reclami, come lo chiamano a Viale Mazzini – dove sono ormai famose le sue telefonate ai vertici Rai ma anche ai direttori dei Tg per lamentarsi, troncare e sopire –  porterà tutti in questo angolo di Campania,  regione  che lo potrebbe vedere candidato governatore il prossimo anno. Sarà dunque un G7 a chilometro zero, quello della finestra di fronte. L’11, 12 e 13 aprile Matteo Salvini celebrerà il suo vertice interministeriale sui trasporti nella sua Milano. Ma anche la forzista Anna Maria Bernini non è stata guardare: presidierà il summit su Scienza e tecnologia sotto le Due torri della sua Bologna. Al motto “celebrare per celebrarsi” non sfugge nemmeno il ministro Carlo Nordio. Poteva il Guardasigilli non tenere l’importante riunione sulla Giustizia – il 9 e 10 maggio – a Venezia, la città che lo ha visto protagonista indiscusso in tanti anni di magistratura nonché suo collegio elettorale? Certo che no, che domande. E a scorrere gli appuntamenti è tutto così: il piemontese Gilberto Pichetto Fratin ha deciso di dare il giusto tributo a Torino (28, 29 e 30 aprile) per il summit interministeriale su energia, ambiente e clima. E’ il G7 dei luoghi del cuore che diventano “glocal” – si scusi la parolaccia – per tre giorni. Giancarlo Giorgetti ha scelto Stresa e l’amato Lago Maggiore,   dal 23 al 25 maggio,  per  il summit che vedrà confrontarsi i ministri dell’Economia e i governatori delle banche centrali dei paesi più industrializzati della terra. 

 

Così, insomma, la presidenza italiana diventerà un po’ arcitaliana. Con la scelta di luoghi, sia detto a scanso di equivoci, unici e irresistibili e – guarda il  caso – con concittadini governanti. La premier, nota per la pignoleria e il perfezionismo,  vuole che tutto sia ineccepibile. La macchina del super evento è stata così divisa: il diplomatico di Palazzo Chigi, l’ambasciatore Luca Ferrari, si occuperà della parte politica in qualità di sherpa. Dalla Farnesina, invece, ecco il ministro plenipotenziario Nicola Lener che dovrà gestire la parte più organizzativa. Il tutto in una perfetta divisione di ruoli e potere fra Meloni e Tajani. Si sa anche che per i lavori   nei 21 comuni toccati dal vertice si potrà andare in deroga al codice degli appalti con affidamenti diretti e la possibilità per le  ditte assegnatarie di autocertificare i documenti. Si va di fretta, con un po’ di fiatone. La presidenza italiana è iniziata da 20 giorni e oggi la premier incontrerà a Instanbul, prima uscita ufficiale da presidente di turno, Recep Tayyip Erdogan. La corsa dell’Italia è partita, tutti i ministri sono mobilitati per fare bella figura. E mandare i saluti da casa.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.