Enrico Costa - foto Ansa

Tutti contro tutti

Costa (Azione) paventa l'appoggio al governo. Ma Calenda. "Restiamo all'opposizione"

Tensioni nel partito dopo l'approvazione della legge che vieta la pubblicazione integrale delle ordinanze nell'ambito dei processi. "Il rapporto con la maggioranza è collaborativo, ma senza sconti" dice il deputato, "Non è la nostra posizione", rispondono fonti centriste. E Calenda cerca di cucire una linea comune

"Se Nordio manterrà le promesse fatte, sulla giustizia staremo con lui". Sono le parole del deputato di Azione Enrico Costa. In un'intervista a Repubblica, l'avvocato spiega i motivi che l'hanno spinto a proporre la legge sul divieto di pubblicazione delle ordinanze negli articoli e nei servizi giornalistici. Legge che per una certa parte politica e di stampa rappresenterebbe un "bavaglio" al diritto di cronaca. Nella tarda serata di ieri, fonti interne ad Azione hanno preso le distanze da Enrico Costa e dalle sue posizioni apertamente a favore della maggioranza: "La posizione dell'onorevole Costa sull’appoggio esterno non è la posizione di Azione e dei suoi organi. Siamo saldamente all’opposizione del governo di cui abbiamo un giudizio estremamente negativo" dicono, nonostante il loro leader Carlo Calenda sempre ieri aveva applaudito al risultato raggiunto "a nome di tutta Azione", senza preoccuparsi troppo del voto con la maggioranza. 

 

 

Nell'intervista, il deputato (ex belusconiano) afferma che: "Col mio emendamento si potrà dare la notizia e spiegare il contenuto dell'ordinanza (legata a indagini o processi, ndr). Sarà invece vietato pubblicare testualmente l'atto processuale, zeppo di intercettazioni e informazioni ancora da verificare". In supporto alle sue tesi, Costa porta il diritto alla "presunzione di innocenza" scritta all'articolo 27 della Costituzione e le norme sancite da codice di procedura pensale. Inoltre, spiega come "dal 1992 a oggi 30mila persone sono state arrestate ingiustamente", persone che non sono "presunti innocenti, ma innocenti e basta". L'obiettivo, secondo Costa, è riportare al centro le persone "che sono fatte di carne e ossa, anche se per i giornalisti restano sempre e solo notizie".

 

 

Al deputato viene quindi posta la domanda, ironica ma non del tutto, se voglia entrare nella maggioranza e prendere il posto di Nordio: "Io voglio portare a casa i risultati – afferma Costa – e se posso dare dei consigli lo faccio volentieri. Sono molto più vicino alle sue posizioni (del Guardasigilli, ndr) rispetto a quelle simil-forcaiole del Movimento 5 Stelle o del Partito Democratico. Il rapporto con la maggioranza è collaborativo, ma senza sconti". A smentire le affermazioni di Costa ci ha pensato, di nuovo, il partito: "Il giudizio del deputato sull'operato di Nordio si tratta di una posizione personale inspiegabile e incomprensibile", dicono dall'interno.

 

Per cercare di trovare una linea unica – che metta insieme le varie voci del partito – è intervenuto questa mattina, di nuovo, Carlo Calenda. Tornato sulla questione, ha provato a fare il mediatore tra le posizioni contrastanti: "È una norma di civiltà, lo ribadiamo" quella approvata ieri alla Camera. Il principio di garantismo nell'ambito dei processi e delle ordinanze è sempre stato sostenuto dall'ex Terzo Polo, così come il suo eventuale sostengo alla maggioranza in termini di singoli temi e dossier. Tuttavia, continua il tweet: "Ribadiamo che Azione è, rimane e rimarrà all’opposizione di un governo che considera, anche sulle riforme della giustizia, fallimentare" ha concluso su X Calenda.

 

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