Il racconto

Il fantasma di Edi Rama al congresso del Pse, i socialisti tedeschi lo difendono

Pietro Guastamacchia

Il presidente albanese grande assente alla convention e motivo d'imbarazzo per la delegazione Pd guidata da Schlein. L'idea di delocalizzare i migranti piace al partito di Scholz. E Meloni attacca "chi vuole espellerlo"

In casa socialista Rama piace un po’ a tutti. Nei corridoi del palacongressi di Malaga, a margine dei lavori della grande riunione del Partito socialista europeo, le critiche al leader albanese non mancano, ma tutte condite con un po’ di affetto. “E’ un furbone”, spiegano dalla segreteria del Pse. “Qualche scheletrino nell’armadio diciamo che che l’ha”, ridacchiano. però “Zio Edi” è uno di famiglia. 

Il tentato processo al premier albanese Rama ideato dai vertici del Pd, e poi rimangiato, ha lasciato i leader socialisti di stucco. Una mina sganciata la sera prima del congresso, un caso che la leadership del Pse, impegnata a gestire uno scandalo corruzione in Portogallo e una coalizione esplosiva in Spagna, non ha gradito. 

Sulla polemica ha rifiutato di pronunciarsi infatti il presidente del Pse, Stefan Loefven. Solo a tarda sera il suo ufficio stampa si è concesso ai giornalisti con fare da pompiere: “Mi sembra si sia tutto risolto no?”, e non aggiunge altro.

Nella lunga sequela di bilaterali organizzati a Malaga la segretaria Pd Elly Schlein si dedica ad altro: un lungo incontro con il il leader dei socialisti francesi Olivier Faure, incentrato sul medio oriente, e due bilaterali distinti con la deputata del partito laburista israeliano Merav Michaeli ed il rappresentante di Fatah, Faraj Zayroud. 

In realtà al congresso ci sarebbe anche un rappresentante del partito socialista albanese, ma nessuno lo trova. I più spiritosi si lasciano sfuggire una battuta: “Sarà al telefono con qualcuno di Fratelli d’Italia?”.  Di fatto la segreteria socialista fa a gara a nasconderlo e comunque dal Pd non sembrano interessati a cercarlo: meglio evitare, meglio non creare nuovi casi diplomatici.

Nel pomeriggio dal palco del Pse Schlein si concentra su altro: “Abbiamo in Italia per la prima volta una donna prima ministro che non sta facendo niente per le donne. Questo mostra quanto grande sia la differenza una leader donna e una leader femminista”, parole accolte con l’applauso della platea. E che servono alla leader per caricarsi in vista della manifestazione a piazza del Popolo, a Roma.

Su Rama invece smorza i toni. Anzi di lui Schlein proprio non parla, ma sui centri di identificazione per migranti fuori dall’Ue non molla: “Dobbiamo combattere la destra e per farlo serve una missione di ricerca e soccorso europea, e serve fermare l’esternalizzazione della gestione della migrazione ai nostri confini”, scandisce la leader dem.  Ma in sala non sono tutti d’accordo, esternalizzare la gestione dei migranti “non è sempre sbagliato, dipende dalle situazioni”, spiega la vicepresidente dell’Eurocamera,  e membro del Spd Katarina Barley. “Quello che stiamo ipotizzando in Germania è di creare delle possibilità per le persone che vogliono scappare dai loro Paesi di chiedere asilo senza prima arrivare in Europa. Questo significa creare strutture in cui possono presentare la richiesta di asilo e magari restare mentre la loro richiesta è analizzata”, aggiunge la socialista tedesca. In pratica quello che prevede l’intesa Italia-Albania. “Rama è un leader forte e determinato, guida il suo Paese da molto tempo, il che non è semplice in quella regione”, conclude l’esponente del partito di Olaf Scholz. Non a caso il cancelliere tedesco  su un accordo simile infatti ci ha fatto più di qualche pensiero. Se Edi qui è il convitato di pietra, a Roma tutti lo cercano e lo invocano, soprattutto a Palazzo Chigi.

Dall’Italia la premier Giorgia Meloni non perde l’occasione per attaccare “la sinistra italiana sta cercando di espellere il primo ministro dell’Albania dal Partito socialista europeo per l’accordo con l’Italia sui migranti”, commenta ripostando il video di chiarimento del suo “amico”,  confermando la sintonia tra i due. Le parole dei socialdemocratici tedeschi inoltre galvanizzano le truppe di Fratelli d’Italia: “Il congresso dei Socialisti europei rischia di trasformarsi in una Caporetto per Elly Schlein”, commenta via nota Carlo Fidanza. A sera la segreteria sfila via senza neanche un punto stampa. Salta la cena dei leader perché deve tornare in Italia in tempo per la manifestazione. Prima di partire, trova però il tempo per un lungo bilaterale con il commissario Ue agli Affari economi Paolo Gentiloni. Al centro del colloquio la campagna elettorale per le europee: “Solo contenuti e non nomi” giurano dallo staff Pd. Il caso Rama è già rientrato ma le differenze di vedute coi tedeschi no, quelle rimangono. Tuttavia il presidente albanese continua a essere straripante: interviste, interventi tv e ragionamenti di merito. Il più importante: se in Albania sorgerà un Cpr con la possibilità di trattenere i migranti fino a 18 mesi, la quota complessiva prevista da Palazzo Chigi (36 mila all’anno) si abbasserà bruscamente. Visto che le due strutture a pieno regime potranno ospitare al massimo 3 mila persone. Calcoli che interessano l’asse Roma-Tirana, e poco il Pd. Almeno per ora.

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