l'avvocato del popolo

Le continue giravolte di Conte sono la dimostrazione del suo essere uno straordinario performer

Salvatore Merlo

Vota con la maggioranza il contratto di servizio in Rai, accusa Renzi di fare la stampella del governo Meloni e però si prende da Fratelli d’Italia la presidenza della Vigilanza e pure qualche vicedirezione. Solo quando il furbone incontra il credulone si realizza il prodigio della fregatura

Accenna a destra, bussa a sinistra e così incassa: vota con la maggioranza il contratto di servizio in Rai, accusa Renzi di fare la stampella del governo Meloni e però si prende da Fratelli d’Italia un succulento osso: prima la presidenza della Vigilanza e poi pure qualche vicedirezioneE’ per questo che non da oggi siamo dei convinti ammiratori di Giuseppe Conte, il solo contemporaneo che ci fa sempre venire in mente Napoleone e che ci induce a recitare sommessamente il cinque maggio: “Di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno”. Egli è infatti uno straordinario performer che non lascia praticamente passare giorno senza metter su una nuova piroetta, una capriola temeraria, un funambolico esercizio, un’acrobazia di suprema bravura, pur mantenendo un equilibrio e una coerenza perfetti.

Accusa il Pd di non essere abbastanza di sinistra, e poi subito dopo dice che i migranti rubano il pane agli italiani. Dice “vogliamo aiutare l’Ucraina” e poi aggiunge “per questo basta armi”. Genio. Egli è  l’unico uomo politico in Italia, e probabilmente nel mondo, che   sempre potrà rivendicare una solida continuità logica e politica, qualsiasi cosa egli faccia o dica, avendo  governato da presidente del Consiglio sia con la destra sia con la sinistra. E che gli puoi rimproverare, l’incoerenza? Quando anni fa Andrea Orlando provò a spiegargli che non poteva rifare il capo del governo col Pd visto che aveva firmato i decreti sicurezza di Salvini, lui rispose così: “Ti manderò i miei discorsi di allora, così potrai cogliere le sfumature di dissenso”.

Ecco. Ovviamente quelli del Pd gli fecero rifare il premier, proprio come Elly Schlein ancora oggi lo  corteggia. E qui si realizza forse l’antico principio di Totò truffa: unicamente quando il furbacchione si allinea con il credulone si manifesta il prodigio della fregatura.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.