Il tutto fare della premier

La manina di Giovanbattista Fazzolari, che aiuta Meloni a gestire le truppe

Simone Canettieri

C'è’ tutto un repertorio già visto in questi mesi e facilmente riconducibile al falco meloniano, nominato dal primo settembre coordinatore della comunicazione politica di Fratelli d'Italia

Operativo e complottista quanto basta, il generale Giovanbattista Fazzolari passa tutti i giorni in rassegna le truppe per dare loro i dispacci da girare alla stampa. Meglio: i temi. “Oggi, ragazzi si punta su questo”.  E così, ieri, per esempio il giorno dopo il decreto Caivano percepito solo come un intervento securitario, il generale Fazzo ha deciso di raddrizzare la linea comunicativa: “Facciamo uscire i nostri sulla  lotta alla dispersione scolastica”. Detto, fatto. Dopo le notizie anticipate dal Foglio sulla nomina di Arianna Meloni e su quella che lo riguardava, il sottosegretario ha deciso di non fare un’altra chat. Meglio non rischiare, il disertore chiacchierone è dietro l’angolo, deve aver pensato. E così chiama e scrive a tutta l’intendenza in maniera unilaterale, almeno per ora. La mano di “Fazzo”,  lampada di Aladino della premier Giorgia Meloni, si sta notando, eccome.

Non solo nella gestione ordinaria, ma anche per gli eventi medio-grandi.  Mercoledì scorso con tutta la maggioranza in conclave-aperitivo sulla manovra, nulla si è mosso fino a quando non è uscito “l’off” (leggi: la velina) ufficiale del governo. Indovinate chi lo aveva scritto? Anche se anonimo, in quanto fonti di governo, a molti è saltata agli occhi l’ultima parola di frase: “La maggioranza ha affrontato brillantemente l’ultimo anno nonostante i tentativi di divisione e sabotaggio”. Ecco sabotaggi, manine, omini della Cia, commissari italiani ma infedeli, la spectre di Bankitalia. E’ tutto un repertorio già visto in questi mesi e facilmente riconducibile al falco meloniano, nominato dal primo settembre coordinatore della comunicazione politica. Colui che dà la linea, fa le strategie e costruisce suggestioni pronte a essere cavalcate. Come le agenzie che ieri parlavano di un pressing di Fratelli d’Italia per candidare Meloni capolista in tutte le circoscrizioni alle prossime Europee. Ci sarà stata anche in questo la mano di Fazzo?

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.