l'intervista
Bonino: “Le leggi fatte dal governo sull'onda dell'emotività sono inutili”
"Quest'esecutivo sta dimostrando di saper usare solo due leve: il proibizionismo e l'inasprimento delle pene. Sono entrambe strategie che non servono. Nordio e Forza Italia? Mi hanno deluso". Colloquio con la ex ministra e storica esponente dei Radicali
“Quando ero ministra io ricordo che una volta, in Consiglio dei ministri, ci fu un dibattito su un incidente che aveva colpito un bambino sulle scale di una scuola. C’era chi voleva un decreto ad hoc. Al che io intervenni per dire: ma per fare cosa? Per abolire le scale? La scuola? I bambini? Ecco, questo governo sta facendo molto di peggio”. A Emma Bonino questa strategia portata avanti dal governo di legiferare in seguito a specifici eventi di cronaca, sull’onda dell’emotività, proprio non piace: “Non solo queste nuove norme sui reati minorili. Hanno accumulato un lungo elenco di interventi di questo tipo: dalla stretta sui rave all’introduzione del reato universale contro i trafficanti, il contrasto alla gestazione per altri fuori dai confini nazionali. Ti svegli una mattina e scopri che introducono l’ergastolo per gli incidenti stradali, che hanno inasprito le pene per l’omicidio nautico, per il reato di istigazione ai disturbi alimentari. Ecco, ai problemi complessi offrono solo due soluzioni: l’inasprimento delle pene e il proibizionismo. Ma il problema è che hanno dimostrato di non funzionare affatto”.
Eppure lo abbiamo visto sin dal primissimo Consiglio dei ministri di questo esecutivo, lo scorso ottobre: a poche ore dallo sgombero di un raduno non autorizzato, il governo intervenne con un testo che gli esperti criticarono lungamente per l’inconsistenza giuridica delle norme, scritte per dare l’impronta di una “mano forte”. Perché questa insistenza? “I casi sono due”, ragiona l’ex ministro degli Esteri, storica esponente dei Radicali, in Parlamento fino alla scorsa legislatura. “O sono davvero convinti che sia una soluzione, e sarebbero in buona fede. O molto più realisticamente vogliono far vedere di muoversi, di fare qualcosa, di prendere decisioni. Sperando che questo muova consenso”.
La grande controindicazione è l’incapacità di fermarsi a riflettere sugli effetti a lungo termine, realizzando pur sempre che cercare di normare un’emergenza contingente non avrà per forza successo nel lungo periodo. “E da questo punto di vista, utilizzando sempre i decreti d’urgenza in barba alla Costituzione e ai richiami del presidente della Repubblica, dimostrano di avere scarsa conoscenza della complessità. Anche perché la loro è una reazione emotiva elettiva. Non mi pare, per fare un esempio, che si siano posti il problema di cosa sta succedendo in paesi come il Niger, dove stanno morendo decine di persone”.
Per quanto questa cultura panpenalista non sorprenda se rivendicata da Lega e Fratelli d’Italia, di certo fa specie che nella maggioranza un partito dichiaratamente garantista come Forza Italia non riesca a imporsi su questioni così dirimenti. Non trova? “Credo che la struttura di Forza Italia e la sua classe dirigente siano state sconvolte dalla morte di Berlusconi. E soprattutto su certi interventi dimostrano di essere in difficoltà, di aver un po’ perso la bussola”, è l’analisi della ex senatrice di +Europa. Discorso che si potrebbe estendere anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio, di cultura garantista e che però sempre ha apposto la propria firma su questi pacchetti di norme punitive in questi mesi. “Nordio mi ha molto deluso e mi dispiace, perché molte delle cose che scriveva nei suoi editoriali sul tema del rispetto delle garanzie e dei diritti e delle pene mi trovavano d’accordo. Si sarà reso conto anche lui che scrivere articoli per un giornale è un conto. Portare le tue idee all’interno del Palazzo incontra molte più resistenze”. Proprio sulla giustizia, questo governo riuscirà a fare quelle riforme che il paese aspetta da anni? “Si dovranno fare perché ce le chiede l’Unione europea per accedere alle risorse del Pnrr. Ma anche lì, credo che alla fine sarà tutt’altro che rose e fiori nella maggioranza”.
Antifascismo per definizione