L'evoluzione del salvinismo

Il padano Salvini e la Puglia: dalle contestazioni del 2014 al red carpet della Fiera del Levante

Gabriele De Campis  

Nove anni fa a Locorotondo fu oggetto di un lancio di pomodori durante la campagna elettorale per le europee, oggi è chiamato a inaugurare l'evento a Bari. Da vicempremier dovrà accantonare il tema dell'autonomia per dedicarsi al mantra degli “investimenti” nelle infrastrutture pugliesi

L’evoluzione del salvinismo oltre il Po passa dalla Puglia. Dalla contestazione con lancio di pomodori a Locorotondo nel 2014 durante un comizio per le europee, dove raccolse una inattesa mole di preferenze che aprì la strada al progetto del Carroccio nazionale, al red carpet sabato a Bari. Nel capoluogo regionale Matteo Salvini inaugurerà la Fiera del Levante, illustrando, come da tradizione un po’ sbiadita (da quel palco di solito prendevano la parola statisti come Aldo Moro, Bettino Craxi o Silvio Berlusconi) le linee della politica economica del governo davanti al mondo produttivo e alle rappresentanze internazionali presenti all’evento.

La Meloni ha preferito Matteo a Raffaele Fitto e ad Adolfo Urso e così il tacco d’Italia per il vicepremier si conferma il termometro dello stato dell’arte e di salute della Lega nella stagione post bossiana. Solo nove anni fa operai e centri sociali gli impedirono di tenere una manifestazione all’Ilva di Taranto, mentre un mese fa il “Capitano” ha scattato foto con sorrisi e caschetto giallo con le maestranze nel cantiere dei binari di Capurso, accanto all’ad di Rfi Giampiero Strisciuglio e al governatore Michele Emiliano. Del resto il leader del Carroccio è l’interlocutore preferito dello sceicco che, nella guerra senza quartiere con il ministro del Sud Raffaele Fitto sui fondi Pnrr e Fsc, usa come una clava le affinità nella difesa delle prerogative regionali del leghista Massimiliano Fedriga.

E il satrapo pugliese si è anche fatto immortalare nella sua stanza con Matteo e tutta la classe dirigente salviniana, dalla quale spera di acquisire anche qualche talento (magari candidandolo alla guida della rinascente provincia di Bari). 

 

L’addio a Conte
La centralità pugliese nel salvinismo ha avuto una sublimazione quando nell’agosto del 2019, in un lido di Mola di Bari, dopo il Papeete: davanti ad una platea di migliaia di sostenitori, scelse di staccare definitivamente la spina al governo dell’avvocato di Volturara appula Giuseppe Conte. Nel settembre 2022 replicò l’happening elettorale per le politiche al Trampolino di Bari, ma il richiamo degli spaghetti all’assassina gratis, con le note della Rappresentante di classe, attirò solo poche centinaia di leghisti meridiani…

L’estate nella Costa dei Trulli
Salvini è stato in vacanza in Puglia. Su suggerimento del suo segretario federale, Roberto Marti, ha soggiornato con la compagna Francesca Verdini nel resort “Il Melograno” di Monopoli, una masseria elegante e dalla cucina raffinata, dove lo ha raggiunto per un saluto la vedetta televisiva del Carroccio, Monica Setta. Il Ferragosto lo ha trascorso nella fantasmagorica terrazza a picco sul mare della Grotta Palazzese di Polignano, mentre per le giornate balneari ha scelto i lidi di Capitolo. Prima del ritorno a Roma, il 20 agosto, ha fatto anche una incursione nella masseria “Beneficio” di Ceglie Messapica da Giorgia Meloni.

Doveva essere solo un saluto. Finì invece a tavola, con paccheri al granchio blu, qualche scambio di idee su Manovra e decreti da fare, e i bambini a giocare nella piscina fino alle 19 mentre Andrea Giambruno, Marcello Gemmato e Francesco Lollobrigida attendevano impazienti di congedarsi per andare a vedere la Lazio al Via del Mare contro il Lecce. 

La santa diplomazia di Maroni
In Puglia era di casa Bobo. Fu un grande amico di Pinuccio Tatarella, che lo voleva convincere - fin dal 1992 - dell’indispensabile alleanza Lega-Msi contro il Caf. I due erano in grado di far dialogare Gianfranco Miglio e Domenico Fisichella nella bagarre del primo governo Berlusconi, mentre dopo la caduta rovinosa del primo esecutivo di centrodestra, fecero pace a cena. Pinuccio lo incastrò così: “Vieni nel mio ristorante?”. “Come si chiama?”. “I due ladroni”. E giù risate senza fine unite alle conversazioni sul jazz e l’armonia musicale che Tatarella coltivava con l’amico direttore d’orchestra Paolo Lepore.

La diplomazia maroniana tornerà  utile a Salvini per sedurre una platea, quella della Fiera del Levante, che da vent’anni vota alle elezioni regionali il centrosinistra, prima vendoliano e ora dello sceicco barese. La parola magica non potrà certo essere “autonomia” più o meno differenziata, osteggiata dalla Cgil già in presidio all’ingresso della sala cerimoniale, ma solo “in-ve-sti-me-nti”. Ecco, investimenti nelle infrastrutture pugliesi: dall’alta velocità sulla Bari-Napoli, all’acquedotto Italia-Albania, al raddoppio del Tap, al progetto del gasdotto Poseidon. Fino alla prossima estate in vacanza con Francesca in Valle d’Itria…

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