Il caso

"Vota Antonio!". La seconda vita di Tajani-leader di Forza Italia: la corte e le angosce

Simone Canettieri

Il vicepremier è diventato segretario dopo la morte di Berlusconi, ma adesso deve differenziarsi da Meloni e Salvini. Alle Europee sotto il 5 per cento sarebbe un disastro

Il collega Guido Crosetto denuncia “un mondo grigio che mina le istituzioni”? Lui spegne settanta candeline, risponde agli auguri del Quirinale e dei figli del Cav., e vede azzurro. Soprattutto si tiene alla larga dalla storia del dossieraggio, in linea – anche questa volta – con Giorgia Meloni e il resto di Fratelli d’Italia.

Se nemmeno Palazzo Chigi ha in mente interventi normativi dopo il caso e le accuse del titolare della Difesa, figurarsi se ci si ficca lui in mezzo a questa storia. Anzi, qui si festeggia. “Segretario, auguri!”. E Antonio Tajani si gira con fare tenorile. Si può vivere una seconda vita a settant’anni? Sì. Il vicepremier e ministro degli Esteri sta iniziando a fare i conti con il ruolo del leader. Di successore di Silvio Berlusconi, che detta così suona come suona: strana. Ma Forza Italia sembra aver perso la testa per Tajani, zattera a cui aggrapparsi. E allora ecco Antonio Martusciello, capo delegazione di FI a Bruxelles, che spara nelle chat degli onorevoli una vignetta abbastanza esplicativa del clima. Si vede una maestra che scrive sulla lavagna: “Qual è la differenza fra Tajani e Gesù?”.

Un bimbo alza la mano e risponde: “Che Gesù è in ogni posto, ma Tajani c’è già stato”. E giù cuoricini e commenti di giubilo: “E’ vero!”. Ancora. L’onorevole Mauro D’Attis, l’altro giorno ha festeggiato cinquant’anni, ma sulla torta si è fatto mettere una foto insieme al neo capo. Intanto, i nuovi guardiani del tajanismo fanno avanti e indietro in Transatlantico. Il segretario l’altro giorno ha affidato a loro le chiavi del partito. In ordine di importanza: Francesco Battistoni da Proceno (Viterbo) all’organizzazione, Alessandro Battilocchio da Tolfa (Roma) al tesseramento, Raffaele Nevi da Narni (Terni) alla comunicazione. E’ la rivincita della provincia che cerca di farsi impero.  


Sono i fedelissimi che non l’hanno mai abbandonato, e lui ha fatto altrettanto con loro. Battistoni, per dire, pagò caro la denuncia contro Batman-Fiorito ai tempi dello scandalo rimborsi alla regione Lazio. Tajani se lo portò in Europa come collaboratore e poi lo ha rimesso in pista e valorizzato (è stato anche sottosegretario all’Agricoltura nel governo Draghi). Sembra non esserci dissenso intorno al ministro che si sta facendo leader per forza degli eventi. Anche il trio “dell’Ave Silvio”, e cioè Sorte-Benigni-Ferrante, non nutre più pensieri di scalata o di cerchietto magico. Erano e sono gli amici di Marta Fascina, la compagna del Cav., che ormai è scomparsa dai radar: dovrebbe tornare il prossimo 5 settembre, quando riaprirà la Camera. Qua e là, nonostante gli ultimi sondaggi non proprio fulminanti, Forza Italia sta facendo scouting. In Abruzzo è diventato primo partito della maggioranza con gli arrivi di Sara Marcozzi (ex candidata governatrice per il M5s) e Roberto Santangelo.

Anche in Toscana, stessa solfa con l’ingresso da Italia Viva di Maurizio Sguanci. “E non finisce qui”. Tajani ha capito che si gioca tutto alle Europee. Ecco perché dicono i detrattori interni – che esistono, sono silenti, ma ci sono e sono agguerriti – ha convocato il congresso che lo eleggerà leader-segretario il 22-23 febbraio. Farlo dopo sarebbe stato rischioso, soprattutto a fronte di un risultato così così. Allora ecco l’asticella del nuovo capo: miracolo sopra il 10 per cento, successo tra il 7 e il 9, disfatta sotto il 5. Tutto ruota intorno alla difficile sfida di differenziarsi il più possibile dalla Lega (facile) e da Fratelli d’Italia nell’accezione di Giorgia Meloni (difficile, finora). La premier e il suo vice azzurro hanno un buon feeling. Quando lei è fuori, tocca a lui presiedere per anzianità il Consiglio dei ministri. Lo ha fatto otto volte coordinandosi sempre con “l’amica Giorgia”. Per fare in modo che non lo presiedesse Salvini. Lunedì la leader terrà l’ultimo Cdm (sui taxi, categoria a lei cara) e poi andrà in Puglia per le ferie. Tajani rimarrà in zona, a Roma, al massimo nel Lazio. Vacanze studio da leader.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.