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Il caso

Cosa sappiamo dell'inchiesta sul dossieraggio verso politici e imprenditori

Redazione

Continuano le indagini della procura di Perugia dopo la denuncia presentata da Crosetto. "Gravissimo che pezzi dello Stato possano aver lavorato per indebolire le istituzioni", dice il ministro della Difesa. Le opposizioni chiedono al governo di riferire in Aula

Dopo la denuncia presentata dal ministro della Difesa Guido Crosetto, proseguono le indagini della Procura di Perugia su una presunta centrale di dossieraggio verso politici, giornalisti e imprenditori di primo piano, orchestrata dal maresciallo della guardia di Finanza, Pasquale Striano, al tempo in servizio alla Direzione nazionale antimafia. Il ministro oggi in una lettera inviata al Corriere della Sera ha commentato: "Gravissimo che pezzi dello Stato possano aver lavorato per indebolire le istituzioni". Alludendo alla possibilità che il finanziere avesse preso di mira questo governo prima ancora che nascesse. 

 

La domanda alla quale ora i magistrati di Perugia, tra cui il procuratore capo Raffaele Cantone, cercano di dare risposta è se il finanziere sotto accusa possa aver compiuto accessi abusivi al sistema informatico - rastrellandolo alla ricerca di informazioni riservate -, in maniera autonoma o sotto la regia di qualcuno. 

La prima vittima che ha denunciato il fatto è stato appunto il ministro della Difesa, oggetto di alcuni articoli di stampa in cui si faceva riferimento ad una consulenza da 2 milioni di euro ottenuta dalla società Leonardo. Ma anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha riferito di essere stato vittima di dossieraggio: "Anche io ho subito la violazione della mail durante la presidenza del Copasir e ne ho fatto oggetto di una denuncia alla procura di Roma".

 

Italia viva si è mossa compatta a sostegno di Crosetto, dopo l'emersione dell'inchiesta. "Chi utilizza segreti e dossier come forma di killeraggio politico contro avversari politici?", ha scritto Matteo Renzi in un tweet. Anche il capogruppo del Terzo polo al Senato e componenete del Copasir, Enrico Borghi, in un'intervista alla Stampa ha chiesto la revisione delle norme sulle segnalazioni sospette che "stanno creando un grande database molto poroso perchè un qualsiasi maresciallo può accedervi e poi passare informazioni a soggetti terzi". La richiesta di un'informativa del governo su questo punto è arrivata anche da Pd e M5s.

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