L'editoriale dell'elefantino 

Il terremoto dei diritti

Giuliano Ferrara

Sinistra tax & spending e destra rigorista? Questa linea di faglia non esiste più, è cambiato tutto

Il linguaggio del mondo, economia società mentalità mainstream, è sempre di più quello dei diritti individuali, delle politiche di sostegno alle minoranze, e il segno prevalente nella gigantesca e radicale mutazione dei costumi, dai comportamenti di massa alla pubblicità ai consumi culturali, è libertario, perfino nella chiesa sinodale le nuove tendenze bussano con veemenza alla porta di una tradizione bimillenaria; eppure la sensazione è che le destre più o meno sovraniste e populiste, più o meno nazionaliste ma sempre ostili all’etica libertaria dei diritti personali non negoziabili, siano ovunque all’offensiva, oggi in Italia e in Grecia, forse domani in Spagna, e chissà se l’onesto e vecchio Biden reggerà l’urto del trumpismo revanscista, con o senza Trump, chissà la Francia traumatizzata da una presidenza illuminata ma di minoranza politica e morale, chissà la Germania con la sua coalizione semaforo e l’AfD al venti per cento, e così via. 

  
La guerra russa d’aggressione in Europa ha ricostruito un’alleanza strategica di tipo occidentalista, euroatlantica, trasversale, globalista, che comprende forze decisive dei due schieramenti, ma ha tra le altre cose, a parte la politica criminale e devastatrice, fissato uno spartiacque ideologico e etico, si direbbe di civilizzazione. Il parlamento di Mosca ha vietato il passaggio da un genere all’altro, e l’omofilia è proibita anch’essa con norme apposite. Semplice. Il premier conservatore inglese è alle prese con un bel problema, più complicato in un paese di tradizioni e libertà intimamente combinate: la legge di eguaglianza impone la libertà della persona nella scelta del gender a ogni età, il governo dovrebbe scrivere linee-guida per la scuola in cui ratificare che ciascuno degli allievi, dalle elementari in su, basta per ora che ci sia l’assenso dei genitori, ha il diritto di essere trattato come il pronome maschile o femminile che si sceglie, con tutte le conseguenze del caso nel sistema educativo, e rinvia il varo del manuale dei nuovi diritti di genere perché non sa bene che pesci pigliare. 

  
Che rapporto c’è tra il mondo che si libera a ogni costo dei lacci all’individuo e alle sue scelte, che accoglie il diritto a migrare incondizionatamente, che considera johnsonianamente il patriottismo un ultimo rifugio delle canaglie, che vieta intrusioni etiche nella sfera del privato e del sesso, che nega funzioni come autorità e educazione, e il mondo delle nazioni, della sicurezza collettiva, dei confini e dei limiti, alla ricerca di reati universali anch’essi incardinati in veri o presunti diritti, come la maternità surrogata, e di codici di esistenza dal sapore tradizionalista?

   
Che cosa lega la boda gay di Zapatero, pioniere della rivolta radicale dei costumi in nome dell’estirpazione del franchismo bigotto, e il ritorno nazional-conservatore, con punte di revanscismo ideologico e storico, che minaccia oggi il potere socialista e progressista a Madrid? Una volta il discrimine era tra una sinistra liberal tax and spending, fisco e spesa pubblica, e una destra dello stato minimo e del rigore. Questa linea di faglia è completamente oscurata dal terremoto dei diritti, che vincono la loro partita nei comportamenti personali e in quello che la gente comune sente e immagina, pratica e immagazzina come deposito di libertà individuale, e una confusa e risentita rivolta di natura nazionale e popolare che si fa strada nelle politiche e negli stati anche quando le sue pulsioni sembrano sconfitte nella società. Sono domande che bisognerebbe cominciare a porsi.

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.