(foto Ansa)

il modello

Emiliano corteggia Forza Italia (e Iv) per fare a meno di Schlein

Luca Roberto

Il presidente della Puglia cerca forzisti e centristi per un nuovo aggregatore moderato, d'ispirazione socialista. Obiettivo: costruire una coalizione qualora la segretaria del Pd gli sbarrasse la strada per il terzo mandato

Emiliano cerca semplicemente di fare Emiliano. Porta più uomini che può dalla sua parte. Sperando che prima o poi gli tornino utili”. E se lo dice uno che il presidente della Puglia lo conosce da anni, forse bisogna saper legare quest’informazione alla campagna acquisti che il governatore sembra aver lanciato, in particolare ai danni di Forza Italia (ma non solo). Con un obiettivo: creare un nuovo aggregatore riformista, con venature socialiste, che vada oltre gli steccati dei partiti e serva alla causa della sua rielezione per il terzo mandato.

 

Da quando Elly Schlein è diventata segretaria del Pd, Emiliano ha una preoccupazione in più. Sa che la leader dem si oppone di principio al terzo mandato, soprattutto in ottica anti Vincenzo De Luca, contro cui ha ingaggiato una battaglia quasi personale. E’ per questo che nella mente del governatore ha fatto capolino l’ipotesi di fare da sé, sfruttando l’innata capacità costruire percorsi non importa quanto improbabili. “Ma è un ragionamento prematuro, perché tra tre anni non sapremo nemmeno che fine avrà fatto Schlein”, è quel che si dice tra coloro che osservano la traiettoria emilianista. Eppure l’ex magistrato a stare con le mani in mano proprio non ci riesce. Ha consegnato a Beppe Fioroni quella “Nuova margherita” che l’ex ministro della scuola voleva fondare dopo aver lasciato il Pd, favorendo l’ingresso di un paio di consiglieri regionali dopo aver battezzato questa nuova formazione a San Giovanni Rotondo, tra le reliquie di Padre Pio. Questa settimana ha se non benedetto esplicitamente quanto meno lavorato dietro le quinte per  l’elezione come segretario d’Aula del Consiglio regionale di Napoleone Cera, appartenente al gruppo di Forza Italia (nella scorsa legislatura sosteneva Emiliano), spaccando in due il partito che in Puglia è oramai sull’orlo di un’implosione. 

 

Del resto, il soggetto berlusconiano è sempre stata una riserva di volti e preferenze per il presidente della regione, che, come osserva al Foglio una fonte forzista in Consiglio regionale, “sull’implosione dei partiti tradizionali e sulla possibilità di avocare le persone a sé ci ha costruito gran parte del suo successo”. Quando dovette sostituire Pier Luigi Lopalco come assessore alla Salute s’inventò la nomina di Rocco Palese, che era stato il candidato del centrodestra contro Nichi Vendola nel 2010. Da poco ha nominato coordinatore della sua lista “Con” l’ex senatore Michele Boccardi. Ma il fronte emilianista ha arruolato anche Stefano Lacatena, il più suffragato in regione, candidatosi proprio tra le file di Forza Italia.

L’idea di costruire una vasta area d’ispirazione moderata Emiliano la coltiva da tempi recenti. E del resto,  dopo essere stato il primo a coinvolgerli, il presidente non è più così sicuro di riuscire a tenere all’interno della coalizione i Cinque stelle, che potrebbero presentarsi alle elezioni in solitaria. In mezzo ci sarà anche la scelta sul destino politico del sindaco di Bari Antonio Decaro, che sembrerebbe indirizzato a essere candidato alle elezioni europee del prossimo anno: se dovesse rimanere fuori e si scegliesse di puntare su di lui in vista delle regionali, dovrebbe rimanere fermo per più di un anno e mezzo, visto che esattamente nella prossima primavera scadrà il suo mandato da primo cittadino.

 

Fatto sta che nelle ultime settimane, come confermano esponenti di Forza Italia, il pressing nei confronti degli azzurri si è fatto più insistente: “Perché Emiliano sa che se coinvolge alcuni di noi, si porta a casa 20-30 mila voti. E in quel caso vincere non sarebbe più una possibilità ma semplice matematica”. E però, come detto, guarda anche altrove, visto che negli ultimi tempi ha cercato di riagganciare i contatti anche con gli esponenti locali di Italia viva. Lui che di Matteo Renzi è sempre stato nemico giurato (do you remember la campagna contro il referendum costituzionale?). Potrebbe pure spingersi, chissà, a corteggiare Calenda. Non sa se servirà a qualcosa di concreto ma è il suo modello, da cui non riesce a distaccarsi: “La politica in Puglia non sono i partiti, sono io”.

Di più su questi argomenti: