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il monito

Pnrr e Corte dei conti, botta e riposta tra Bruxelles e Palazzo Chigi: "Polemiche politiche strumentali"

Bruxelles ricorda a Meloni che sul controllo della spesa dei fondi del Recovery c'è un accordo e avvisa: "Sui giudici contabili monitoreremo". La replica del governo: "Considerazioni senza alcun approfondimento di merito che non corrispondono alla realtà"

"Noi abbiamo un accordo con l'Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare". Lo ha detto questa mattina un portavoce della Commissione europea rispondendo a una domanda sulle misure del governo sulla Corte dei conti. 

"Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge riguardo alla Corte dei conti", ha aggiunto. Ma fintanto che il decreto Pa non viene approvato, con lui l'emendamento che abroga il controllo concomitante della Corte dei conti sul Pnrr, la Commissione preferisce non esprimersi: "Come regola generale non ci esprimiamo sui progetti di legge e dunque non entriamo nel dettaglio", è la posizione. Il termine ultimo per convertire il decreto scade tra venti giorni. 

La replica di Palazzo Chigi si è fatta attendere qualche ora. "Il portavoce afferma che la Commissione europea non commenta i progetti di legge, ma subito dopo - senza alcun approfondimento di merito - lo stesso portavoce della Commissione fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà", si legge in una nota.

Nella nota il governo ha poi chiarito diversi punti relativi al decreto legge sulla Pubblica Amministrazione, approvato ieri dalla Commissione parlamentare, che interviene sulle prerogative dei giudici contabili nell'ambito dei controlli del Pnrr, specificando che le norme "non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e governo italiano".

Come raccontato su questo giornale, la scelta di affidare ai giudici contabili la supervisione in corso d’opera, Mario Draghi l’aveva adottata proprio su richiesta europea. A spiegare come funzionano nei vari paesi i controlli è stato lo stesso portavoce della Commissione euoropea nelle sue dichiarazioni di questa mattina: "I sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell'Ue e sono gli stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti di interessi e o frodi. E l'Italia ha in campo un sistema solido".

Il grande fraintendimento è che il ruolo della Corte non verrà smantellato, perché i giudici contabili saranno chiamati comunque a vigilare e a riferire semestralmente alle Camere sullo stato di attuazione del Piano, ma è di certo indebolito, quantomeno nella sua funzione di accompagnamento. Ed è su questo aspetto che la Commissione vorrà dei chiarimenti, forse delle rassicurazioni (in una fase, peraltro, su cui a Bruxelles stanno esercitando un controllo che dire scrupoloso è poco, sul Pnrr italiano, e infatti il via libera alla terza rata, ferma ormai da sei mesi, ancora non si vede).

Dal governo fanno sapere che "utili spunti sulla materia si possono trarre dalla lettura delle interviste di illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio, che nelle ultime 24 ore hanno illustrato come l’intervento del Parlamento sia rispettoso della Costituzione, delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni". 

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