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l'intervista

Paita (Iv): "Cara Meloni, contro il dissesto idrogeologico è il momento di tornare a Italiasicura"

Luca Roberto

La capogruppo di Italia viva al Senato: "Il disastro in Emilia-Romagna ci ricorda che abbiamo bisogno di investimenti, semplificazione burocratica e competenze. Il governo dia delle risposte"

"Non è possibile assistere ancora una volta alle immagini che stiamo vedendo dall'Emilia-Romagna. Il governo ci dica una volta per tutte se il contrasto al dissesto idrogeologico è una sua priorità. Noi siamo pronti a collaborare, ma dobbiamo fare in fretta". La capogruppo al Senato di Italia viva, Raffaella Paita, la questione la conosce e la maneggia da tempo, avendola vissuta in prima persona. Da ex assessore ai trasporti della Liguria è finita sotto processo per i presunti mancati allarmi durante l'alluvione di Genova del 2014. Alla fine è stata assolta con formula piena. 

Questa vicenda, che ha coinvolto centinaia di famiglie costrette a essere evacuate dalle loro case, ci insegna una volta di più che c'è bisogno di varare un altro grande piano infrastruttutale a livello nazionale? "Quelle che vediamo dall'Emilia sono testimonianze di grande dolore, Mi permetta di esprimere la mia solidarietà agli amministratori locali, al presidente Bonaccini, ai sindaci", esordisce Paita. "E' chiaro che ci ricorda quanto siamo fragili come paese e quanto abbiamo bisogno di un intervento radicale e sistematico. Visto che con gli effetti dei cambiamenti climatici la situazione è destinata a peggiorare".

L'allora governo Renzi, nel 2014, mise in piedi la famosa struttura di Italiasicura. "I tre pilastri erano: investimenti considerevoli, circa 35 miliardi in 10 anni, Una semplificazione burocratica, perché non è possibile che le sovrintendenze finiscano per bloccare la gran parte delle opere. E un accentramento delle competenze in un'unica unità di missione", spiega la senatrice. "Solo che come primo atto il governo gialloverde nel 2018 la cancellò. Lasciando per strada centinaia di progetti per cui erano già stati stanziati fondi, come nel caso di Casamicciola, a Ischia, dove avremmo potuto evitare quel che è successo dopo". Come ha spiegato l'ex presidente di Italiasicura, Erasmo D'Angelis, in un articolo sul Riformista, quello nato sotto l'impulso di Renzo Piano è stato l'ultimo vero intervento con un cronoprogramma di spesa che avesse come obiettivo mettere in sicurezza porzioni di paese.

In sostanza, con i grillini, le competenze sono state riaccentrate al ministero dell'Ambiente. Poi non se n'è fatto granché di nuovo. A ogni nuova alluvione, quando i giornali e le tv tornano a occuparsene, un po' tutti ricordano la necessità di agire, fare qualcosa di concreto. "E però il governo deve dimostrare di saper andare oltre gli slogan, perché per adesso abbiamo avuto poche risposte", ribadisce al Foglio Paita. Nelle pieghe del dl Pnrr il Terzo polo in realtà è riuscito a farsi approvare dalla maggioranza un emendamento per il ripristino di Italiasicura, Ma, come spiega ancora l'esponente renziana, "in una forma molto blanda, depotenziata. In primis perché le competenze della Protezione civile vengono trasferite da Palazzo Chigi al ministero del Mare di Musumeci. Ed è piuttosto strano che a occuparsene sia un ministero senza portafoglio, quando la sede deputata è proprio Palazzo Chigi, per la trasversalità dei ministeri coinvolti".

In secondo luogo, perché il governo ha manifestato la volontà di intervenire in materia, "e il ministro Fitto da questo punto di vista si è dimostrato molto serio. Ma le gelosie reciproche dei vari ministeri ci hanno impedito di ottenere risultati concreti. L'esempio della loro incapacità è sul Pnrr: se avessimo una struttura che monitora i progetti sul dissesto idrogeologico potremmo decidere di dirottare parte delle risorse europee che non riusciamo a spendere su piani con uno stato dei lavori più avanzato. Per questo - conclude Paita - non bastano più le dichiarazioni d'intenti. Chiederò alla stessa premier Meloni di venire a riferire in Aula. Non c'è più un solo minuto da perdere".