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l'intervista

Sposetti: “Schlein mi piace e va aiutata, ma le consiglio di lasciare il Nazareno: porta sfiga”

Simone Canettieri

"Per Elly sarà difficile fare peggio di chi l'ha preceduta. Ma cambi sede al Pd, quel palazzo porta jella". Parla lo storico tesoriere dei Ds

A Ugo Sposetti piace Elly Schlein, si sa. “È giovane, fresca e farà bene: al Pd serviva uno scossone”. Allo storico tesoriere dei Ds, stanno sul gozzo i grandi vecchi del partito che criticano la neo segretaria senza averla vista all’opera. Ce l’ha forse con le parole di Gianni Cuperlo e Pierluigi Castagnetti lette su questo giornale venerdì scorso? “Non entro nel merito di amici e non. Non cerco lo scontro. Ma in generale voglio dire una cosa: ho letto dichiarazioni e a volte sento discussioni da matti: ma vogliamo farla lavorare? E soprattutto: vogliamo darle una mano, aiutarla, darle consigli come fecero i grandi vecchi con noi quando avevamo la sua età?”. 

 

Sposetti è un comunista pragmatico. Un uomo metà baffo e metà mattone (fu lui a mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare della Quercia prima della nascita del Partito democratico). Quando parla di muri e stanze, sedi e federazioni occorre ascoltarlo. Eccolo, tra il serio e il faceto: “A Elly consiglierei una cosa: andare via dal Nazareno”. Perché? “Quel palazzo porta sfortuna, jella, sfiga. È abitato dagli spiriti degli ex segretari, alcuni dei quali, e non voglio fare nomi ma è facile arrivarci, hanno distrutto il partito e fatto sicuramente peggio di lei”.

 

Lasciare il Nazareno, il consiglio dello zio Ugo (che fra poco diventerà nonno): “Sì, scherzi a parte, se fossi nel nuovo gruppo dirigente userei i soldi risparmiati per una sede così grande e spesso vuota per aiutare le sezioni periferiche del partito, che sono in sofferenza, che si sentono spesso abbandonate”. Sposetti è il custode dell’ortodossia, e a 76 anni non ne vuol sapere di andare in pensione. “Sto lavorando a una grande mostra su Enrico Berlinguer a cavallo fra il centenario dalla nascita e i quarant’anni dalla scomparsa”, svela l’ex parlamentare, già ideatore delle celebrazioni che accompagnarono in giro per il paese il secolo lungo del Pci, che rimane il suo partito, la sua zona di conforto, per rigore morale, ricordi, amore e amicizie. “Per Elly sarà impossibile fare peggio di chi l’ha preceduta”.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.