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Verso le primarie

Ricci non si candida al congresso Pd: "Sostengo Bonaccini e lo spingo a sinistra"

Ruggiero Montenegro

"Primarie a gennaio e una costituente con il nuovo segretario", dice il sindaco di Pesaro, che manda una stoccata alle correnti e presenta la sua piattaforma per "un partito del lavoro": "Non voglio incarichi, chiedo solo agibilità politica". Domani parte da Cerignola il tour del presidente dell'Emilia-Romagna. Poi sarà a Bari con Emiliano e Decaro

"Il lavoro continua, ma non da candidato". E si tratta, lo sottolinea, di un "passo avanti e non di lato, come è stato scritto". Era nell'aria, oggi è arrivata la conferma: Matteo Ricci annuncia ufficialmente che non sarà della partita, non in prima fila almeno. Nella corsa che individuerà il nuovo segretario del Pd sosterrà Stefano Bonaccini, "provando a spostare la sua barra più a sinistra". Lavorerà per un "partito unito". In conferenza stampa, il sindaco di Pesaro - che è anche il coordinatore dei sindacu dem - svela le sue carte, il risultato del tour di ascolto delle province italiane che l'ha visto protagonista nelle scorse settimane. Chiede "primarie a gennaio, e una costituente vera fino all'autunno del prossimo anno con il nuovo segretario". Per riscrivere un manifesto ormai superato, per "ridefinire il partito, il suo linguaggio, verso le le europee del 2024”.


Prova a dissimulare il rammarico per una candidatura, la sua, resa impossibile dalle regole di un partito che deve essere riformato, rigenerato. "Dobbiamo essere intelligenti", ha detto Ricci. "Dobbiamo essere franchi: i candidati alle primarie sono già stati decisi, per la loro forza e per le correnti, quelle che io chiamo il partito esistente", è la stoccata. Si riferisce appunto a Bonaccini - che stamattina ha incassato anche il sostegno di Carlo Cottarelli -, e a Elly Schlein, verso cui il giudizio "è molto positivo, perché consente di allargare e aprire ai giovani". Ma Ricci si schiera, come ha fatto il primo cittadino di Firenze Dario Nardella, con la mozione amministratori, quella che sente più vicina, ma anche più "forte" e più adatta a questa fase del Pd.

Anche Ricci avrebbe voluto essere della partita, ma spiega che il meccanismo del partito prevede che si arrivi in due alle primarie. "Noi siamo terzi, in mezzo non c'è spazio". Poi chiarisce: "C'è spazio politico certamente, ma non regolamentare e mediatico. Noi dobbiamo provare a colmare quello spazio politico con delle idee", è il ragionamento. Con buona pace di Paola De Micheli che ancora stamattina rilanciava la sua corsa alla segreteria in un'intervista alla Stampa. Nel corso della conferenza, il sindaco di Pesaro ha definito la sua piattaforma, per una forza politica "del lavoro e del riscatto". Che si occupi di povertà e che difenda davvero i più deboli. Una delle principali ragioni per cui, continua Ricci, il Pd perde le elezioni da 10 anni.

 

"La discussione sul Reddito è surreale. Ma come si fa a eliminare questo strumento quando il 70 per cento dei poveri, eredità la condzione di povertà?", si chiede, prima di concedere che certamente lo strumento “va riformato”. Guai, insomma, a inseguire la destra su questo campo. Piuttosto, bisogna "ritrovare e mantenere un dialogo con i M5s". Mentre il nuovo partito dovrà essere davvero "garantista, serve una svolta culturale". Dice "no all'autonomia differenziata” e propone un “modello policentrico". Il merito invece non è un tabù, ma quanto all'istruzione "il problema è la dispersione scolastica", "gli ostacoli di partenza".

 

È questa l'agenda del sindaco di Pesaro e su molti punti - "non su tutto"- converge con quella di Bonaccini. Con cui si ritrova anche sul protagonismo degli amministratori, sulla loro valorizzazione anche in sede nazionale. "Se vuole mettere in campo i sindaci, lo deve fare davvero", è l'esortazione. "L'ho detto a Stefano. Non voglio incarichi, non voglio niente. Chiedo solo agibilità politica per spostare il partito a sinistra e mandare avanti i sindaci". Venerdì 16 dicembre intanto saranno insieme a Roma per un evento. 

Nel frattempo partirà domani dalla Puglia il tour di Bonaccini, che lo porterà in 100 comuni. La prima tappa è a Cerignola, in provincia Foggia. Un territorio complesso, salito spesso alle cronache per illegalità e malavita. Anche questo un segnale. Nel pomeriggio poi, il governatore dell'Emilia-Romagna sarà a Bari atteso dal suo omologo Michele Emiliano e dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che hanno scelto chiaramente dove collocarsi in questa partita congressuale. 

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