Foto di Angelo Carconi, via Ansa 

verso il congresso

La terza via di Cuperlo per il futuro del Pd (oltre Schlein e Bonaccini)

Antonia Ferri

La competizione tra i due maggiori candidati alla segreteria rischia di spaccare il Partito democratico fino alla scissione. Intanto l'ex presidente non esclude una sua candidatura

Le primarie sono all'orizzonte e le maglie del Partito democratico si stanno allargando sempre di più, mostrando buchi. Da una parte tira Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, che non ha mai sconfessato la stagione del renzismo. All'altro capo c'è Elly Schlein, ecologista e femminista, fresca di candidatura, annunciata nell'ex circolo Arci romano, il Monk. Non è difficile immaginare che prima o poi la tela si divida in due. In una parola: scissione. Lì, nei vuoti che creano le due posizioni che si contendono la segreteria si posizionano sparpagliati Gianni Cuperlo, Andrea Orlando, Goffredo Bettini, Romano Prodi: quei nomi di rilievo che non si stanno schierando. L'ex presidente del Pd, Cuperlo, sulla Stampa non nega del tutto la possibilità di una scissione, che però non è in alcun modo auspicabile: "Davanti a questa destra dividere la forza principale del centrosinistra non ci sarebbe perdonato", sottolinea. 

D'altra parte il Pd è le sue stesse correnti, e per non snaturarsi ha bisogno di preservare proprio le diverse anime interne: anche a costo di nascondere fino all'ultimo le proprie preferenze. "Occorre liberarci dell’ansia della vocazione maggioritaria, anacronistica", ha detto infatti su queste pagine l'ex ministro Orlando, e ha aggiunto: "E questo lo dico anche a chi, con una certa dose di ipocrisia, invoca lo smantellamento delle correnti in nome di un unitarismo che poi si risolve nella sospensione del giudizio". Il riferimento principale è a Schlein, che, proprio stamattina ha ribadito al Tg1 mattina la sua intenzione di non "diventare una nuova corrente", chiarendo la volontà di "far emergere le energie migliori. Non vogliamo che passino le persone più fedeli ma quelle più competenti".

 

Così, i non schierati sembrano unirsi in un neutralismo composto di alcune parole chiave, tutte complementari a quelle della ex vicepresidente dell'Emilia-Romagna: socialismo, ecologismo, disuguaglianze, contrasto alla povertà. Infatti, né Goffredo Bettini, né Andrea Orlando, e tantomeno Gianni Cuperlo, sono noti per il sostegno alla fazione più riformista incarnata da Stefano Bonaccini. Perciò, anche le dichiarazioni di Cuperlo di oggi, comprese quelle in cui non esclude una sua probabile candidatura, puntano tutte nella stessa direzione: "Penso a quanti al Pd potrebbero avvicinarsi o ritornare se scorgesserro la riscoperta di una idealità" (un concetto molto simile alla necessità di riscoprire le "idee" più volte invocate da Orlando); e ancora: "L'errore del Pd è stato cancellare il conflitto, immaginando una società pacificata dove disuguaglianze e povertà sarebbero state assorbite dall'impatto di start-up, talenti individuali e dal mercato". Infine, l'esponente dem rincara la dose parlando di quanto sia mancato nel tempo il "potere di donne e giovani"

 

La candidata alla segreteria Schlein, donna e giovane, con il supporto, velato o meno, di Dario Franceschini, Enrico Letta e Nicola Zingaretti, dovrà seguire una strada tracciata da alcune direttrici: una fra tutte, come sottolinea Cuperlo, non tacere gli errori passati. Con questo presupposto si può valutare la candidatura della sinistra che "si è più battuta per cambiare il Pd". Ma cambiamenti troppo bruschi e piccoli sbagli potrebbero allertare i dirigenti del partito. "Non credo ci sia il rischio di una scissione dopo il congresso. Io gioco per vincere, ma sono disposta ad accettare l'esito contrario", ha affermato Schlein.