Andrea Orlando (Ansa)

Passeggiate romane

Orlando studia la sua candidatura. Un'incognita su Schlein. Bonaccini alla finestra

L'ex ministro sta valutando il prossimo passo, ma la parte più a sinistra tra i dem pensa a Gianni Cuperlo. Mentre tra i parlamentari inizia a farsi spazio l'idea che la ex vicepresidente dell'Emilia Romagna rappresenti un diversivo, mentre il vero candidato di Letta, Franceschini e Zingaretti sarebbe in realtà Dario Nardella

Giuseppe Conte continua a insidiare con una certa insistenza l’elettorato più di sinistra del Partito democratico. L’ultima sfida ai dem è l’invito a partecipare a una grande manifestazione a favore del Reddito di cittadinanza. Ma Enrico Letta, per non farsi sfilar di sotto il naso la piazza, aveva preventivato un’altra manifestazione e l’aveva già annunciata nell’ultima assemblea nazionale del partito. In questo modo il segretario uscente del Pd spera di non farsi mettere all’angolo da Conte. Anche il Partito democratico, dunque, avrà la sua piazza. Sarà contro la manovra… e contro il tentativo di Conte di costringere i dem a giocare di rimessa.


Qualcuno nel Pd si è stupito perché Nicola Zingaretti un giorno sì e l’altro no continua a fare appelli al Movimento 5 stelle perché torni sulle sue decisioni e dica di sì a una grande alleanza contro il centrodestra per conquistare la presidenza della regione Lazio. Quel qualcuno ha pensato che la mossa dell’ex governatore celasse il tentativo di mettere i bastoni tra le ruote ad Alessio D’Amato, ma così non è. L’assessore alla Sanità del Lazio che vuole assolutamente vincere la partita delle regionali ha già inviato i suoi ambasciatori a tentare l’aggancio con il Movimento 5 stelle. E non si tratta solo dei rossoverdi che si stanno facendo una grande pubblicità in tal senso. No: sono in corso trattative riservate, affidate tra gli altri al sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Ma anche se Montino dovesse fallire e D’Amato dovesse riuscire a strappare la vittoria al centrodestra, una promessa è una promessa: Monica Cirinnà, in caso di vittoria del centrosinistra, verrà nominata assessora alla regione Lazio.


La passeggiata (perché certo non si può chiamare corsa, visti i tempi e il numero di candidati che ancora non hanno ufficializzato la loro discesa in campo) del Partito democratico verso il Congresso prosegue. La sinistra interna deve ancora decidere se mettere in pista Andrea Orlando. Goffredo Bettini ha assicurato che a breve un candidato ci sarà. E qualcuno in quell’area inizia a pensare se non sia il caso di puntare le sue carte su Gianni Cuperlo. Ovviamente, un’operazione del genere può avvenire solo con il via libera di Orlando, che di quell’area resta il leader indiscusso, benché la sinistra abbia perso qualche pezzo per strada (Brando Benifei, per fare un nome, Peppe Provenzano, per farne un altro). La sinistra sembra divergere solo su un punto: se al ballottaggio arrivassero Stefano Bonaccini ed Elly Schlein che bisognerebbe fare? Un pezzo infatti ritene che l’accordo con la ex vice presidente dell’Emilia Romagna sarebbe troppo a rischio, perché la neo deputata non dà garanzie di affidabilità. Meglio, allora aprire una trattativa con Bonaccini, considerato comunque un politico solido.


Ma sarà poi vero che Schlein si candiderà? Perché una scuola di pensiero di una parte dei parlamentari dem delinea un altro scenario: la ex vice presidente della regione Emilia Romagna sarebbe in realtà una sorta di donna dello schermo. Il vero candidato di Enrico Letta, Dario Franceschini e Nicola Zingaretti, l’anti Bonaccini, insomma, sarebbe in realtà Dario Nardella