Foto di Mauro Scrobogna, via LaPresse 

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L'agenda internazionale di Meloni: dagli Stati Uniti all'Ucraina

Redazione

Il nuovo premier italiano prepara una tabella di incontri in chiave filoatlantica per avviare i lavori del suo nuovo esecutivo: il primo viaggio potrebbe essere a Washington oppure a Kyiv, per poi proseguire il 15 novembre al summit del G20 

Il neopremier Giorgia Meloni ha ottenuto ieri la fiducia della Camera dei deputati e otterrà oggi quella al Senato. Ma oltre a curarsi degli equilibri interni, da adesso in poi dovrà dimostrare con i fatti la fede atlantista ed europeista, più volte ripetuta a parole. Già ieri, Meloni ha chiarito la sua posizione telefonando al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che pure, da leader dei democratici americani, nello scorso mese non ha lesinato parole di preoccupazione in merito al governo di centrodestra che si sarebbe presto formato nel nostro paese. Durante il colloquio telefonico, i due leader hanno sottolineato la forte relazione tra Stati Uniti e Italia e si sono detti pronti a lavorare insieme nell'Alleanza atlantica. Biden e il presidente italiano hanno discusso del loro impegno per fornire assistenza all'Ucraina e chiedere conto alla Russia di Vladimir Putin delle responsabilità della sua invasione. Una impostazione politica è stata convidisa anche nei confronti delle sfide poste dalla Cina di Xi Jinping.

Ora, dopo le prime comunicazioni a distanza, il premier italiano prepara la sua agenda di incontri. Il primo viaggio potrebbe essere a Washington, in visita al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, oppure a Kyiv, più probabilmente, per dare di persona il suo incondizionato sostegno al presidente Volodymyr Zelensky che Meloni ha sentito pochi giorni fa. 

 

Per quel che riguarda, invece, gli appuntamenti ufficiali, si partirà il 15 novembre con il summit del G20 di Bali, in Indonesia. Sarà un'occasione per Meloni di conoscere i vertici europei, dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio, Charles Michel. Ma anche per confrontarsi con i leader geopoliticamente avversi alle alleanze italiane: dal presidente russo a quello cinese; oltre che Recep Tayyip Erdogan, premier turco: figura controversa – definito dall'ex primo ministro Mario Draghi, "dittatore" –, ma membro dell'Alleanza atlantica e quindi partner con cui Meloni dovrà intrattenere relazioni. 

 

Esattamente un mese dopo ci sarà invece l'esordio al Consiglio europeo. In quell'occasione la neopremier, nel partito dei Conservatori e riformisti europei, siederà vicina a Mateusz Morawiecki, primo ministro polacco, e al premier ungherese, Viktor Orbán, alleato di vecchia data di Fratelli d'Italia.

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