Foto di Fabio Murru, via Ansa 

in visita

Giorgia Meloni, l'atlantista, vola da Liz Truss

Antonia Ferri

La leader di Fratelli d'Italia sta organizzando due viaggi: il primo a Kyiv, dove andrà il presidente del Copasir Adolfo Urso, il secondo a Downing Street, dove presenzierà lei stessa. Il tutto nell'ottica di rassicurare i leader internazionali 

Due viaggi e un solo intento: sembrare il più atlantista possibile. Giorgia Meloni posiziona le carte sul tavolo delle relazioni estere per due motivi: mostrarsi più affidabile possibile a livello internazionale e distaccarsi dalle posizioni del leader della Lega Matteo Salvini, che ancora a Cernobbio non ha perso l'occasione di criticare le sanzioni alla Russia di Putin. La leader di Fratelli d'Italia vede il pericolo e organizza una prima spedizione a Kyiv e una seconda a Downing Street, come riporta il quotidiano Repubblica. 

 

A Kyiv andrà Adolfo Urso, presidente del Copasir, parlamentare già filoatlantico da quando militava con Gianfranco Fini. Una posizione, la sua, non neutrale: è da lui che bisogna passare per rifornire di armi l'Ucraina di Zelensky. E un suo sbarco in terra ucraina darebbe un segnale concreto: il governo guidato da Fratelli d'Italia continuerebbe a dare armi. Continuerebbe a sostenere il presidente del paese invaso. E continuerebbe con la politica delle sanzioni. Meloni lo dichiara così, in un momento ben preciso: nel periodo in cui si preparano fortissimi tumulti sui prezzi del gas, usati come potenziale ricatto dal presidente russo. 

 

Sul modello della missione ucraina, la leader italiana ha deciso che l'altro viaggio l'avrebbe fatto lei stessa. A un'altra leader conservatrice, fresca sostituta di Boris Johnson: Liz Truss. Già alleate nell'appartenenza ai conservatori europei, le due donne, ispirate dal modello thatcheriano (anche se come si è già notato su queste pagine, la politica, soprattutto economica, di Giorgia Meloni guarda più a Marine Le Pen), sono emblema di un nuovo potere conservatore, al femminile. E Liz Truss - tra le promesse radicali sui tagli fiscali, nel momento in cui l'inflazione del Regno Unito potrebbe toccare, a gennaio, il 20 per cento - non manca di condannare nettamente l'invasione russa, con slogan ancor più bellicosi del suo predecessore. Giorgia Meloni non può che pensare di andare a stringerle la mano. Dopo il 25 settembre, a conti fatti, potrebbe poi tornare per cercare una rinnovata collaborazione politica tra i due governi.