Foto di Roberto Monaldo, via LaPresse 

verso e dopo il voto

C'è una Bicamerale anche per Meloni

Antonia Ferri

Dalla proposta della Commissione per parlare della riforma della Costituzione, alla premiership nel prossimo governo, alla certezza sulle sanzioni alla Russia. La linea della leader di Fratelli d'Italia (da Vespa)

Sobria, con un fiocco sul petto, i capelli a posto, Giorgia Meloni nello studio di Porta a Porta risponde su ogni punto in modo netto. Il rapporto con gli alleati di coalizione, soprattutto Matteo Salvini, la certezza delle sanzioni alla Russia, la riforma della Costituzione. "Non si è mai pronti, s'impara, come a fare la mamma", dice, riferendosi a una futura premiership, mamma sì, rassicurante, ma leader. E, con lo stesso tono fermo, propone una Bicamerale per mettersi a un tavolo e discutere sul presidenzialismo. "Possiamo ripartire dal sistema francese, qualcuno propone il premierato, il sindaco d'Italia, importante è che si parli di questa che è la madre di tutte le riforme. La Bicamerale è una delle soluzioni su cui sono d'accordo, sono per aprire un dibattito. Io vorrei fare le riforme con tutti ma non mi faccio impantanare dalla sinistra". 

  

Nelle dichiarazioni della leader di Fratelli d'Italia ci sono due certezze che fanno da guida: che lei farà di tutto per opporsi alla sinistra e che è lei che sta al comando della coalizione di destra. Sono riassunte in questa frase: "Dobbiamo centrare due obiettivi: vincere come coalizione ed essere primo partito". E così Meloni si destreggia tra le voci circolate negli ultimi tempi: che cosa dice delle mani nei capelli al forum di Cernobbio, mentre parlava Salvini? No, le mani nei capelli se le era messe ascoltando Enrico Letta. Ma, è bene ricordare, che c'è una differenza tra lei e il leader della Lega, ed è tutta concentrata sulla posizione a livello internazionale, ovvero sulle sanzioni alla Russia. "Non mi torna che non stiano funzionando, qualcosa invece stanno facendo. Mosca ci metterà dieci anni a recuperare il pil di prima della guerra". E si posiziona al vertice dell'alleanza. 

 

Sempre, però, chiaramente contrapposta al centrosinistra. "È gravissimo che Letta parli di una Europa di serie B con Ungheria e Polonia. Loro immaginano l'Unione europea come un club. Letta chieda scusa alla Polonia, la nazione più esposta con la Russia". Eccola che bacchetta il segretario del Pd con le stesse parole che Giovanbattista Fazzolari, senatore e curatore del programma di FdI, ha detto in un'intervista al Foglio. Pieno sostegno all'Ucraina da un lato, parole d'inclusione rivolte all'Ungheria di Viktor Orbàn - che più volte ha dimostrato di non avere rispetto dello stato di diritto - dall'altro.

 

E nello stesso solco rientra anche il discorso sulla Commissione bicamerale, che sembra voler gettare un'argine a quell'allarme democratico che è diventato (abusato?) arma elettorale di Enrico Letta. Dove, Meloni, sembra dire che le riforme, se si faranno, si faranno con l'accordo di tutti. 

 

Come quando fa riferimento al suo ruolo di madre, quando si dice certa della sua posizione antirussa e quando parla di Bicamerale, sembra voler tranquillizzare. Senza però arretrare mai rispetto all'ipotesi di ricoprire il ruolo da prima ministra qualora Fratelli d'Italia fosse primo partito. E se, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, indicasse una personalità del Pd per la guida del governo, se e solo se il Partito democratico superasse FdI all'appuntamento del 25 settembre? "Uno dei motivi per votare per noi è scongiurare questa ipotesi", afferma Meloni. Quasi che potrebbe aggiungere: sarebbe giusto, proprio come nel caso in cui vincessi io. Lo ribadisce: "Se gli italiani diranno che siamo i primi nella coalizione proporrò al presidente della Repubblica di poter guidare il governo. Non ho sempre voluto essere in prima fila ma nemmeno mi sono mai tirata indietro".