Il Movimento perde i pezzi

Crippa e D'Incà lasciano il M5s: "Insanabili divergenze"

Redazione

"I vertici hanno anteposto interessi particolari a quello generale del Paese. Non ne comprendo il progetto politico". scrive l'ex capogruppo alla Camera. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento: "Profondo rammarico, strade non sono più sovrapponibili dopo la mancata fiducia a Draghi"

Il Movimento perde i pezzi, lasciano Davide Crippa, ex capogruppo alla Camera, e il ministro dell'Agricotura Federico D'Incà. Una decisione che arriva l'indomani della mancata deroga al doppio mandato, ma che era nell'aria da giorni. Troppo grande la frattura  con i vertici grillini in seguito alla crisi di governo, la mancata fiducia, che ha portato alla caduta dell'esecutivo Draghi.

Con un post su Facebook Crippa, che ora tratta per una candidatura con il Pd, ha spiegato i motivi della scelta: "Dopo ormai 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il Movimento 5 Stelle. Ho lavorato fino all’ultimo momento utile per evitare quanto accaduto, ma i vertici hanno scelto la strada della rottura su tutti i fronti, anteponendo interessi particolari a quello generale del Paese, attraversato da una crisi senza precedenti, che va ad aggravarsi di giorno in giorno. Non comprendo più il progetto politico, troppo instabile, troppo volubile e spesso contraddittorio".
 

 

Motivazioni molto simili a quelle che hanno condotto D'Incà a maturare l'addio: "Non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio. Con profondo rammarico e dolore personale. Le nostre strade non sono più sovrapponibili, il solco che si è scavato in questi ultimi mesi non mi consente di proseguire in questa esperienza, per coerenza con le idee e con i valori che ho portato avanti a livello nazionale e locale e che intendo continuare a sostenere. Avevo spiegato nelle sedi opportune e anche pubblicamente i rischi ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione a mio giudizio irresponsabile che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino all’ultimo istante", ha spiegato con una nota il ministro. "Purtroppo hanno prevalso altre logiche e altri linguaggi che non possono appartenermi"

Di più su questi argomenti: