è quasi cappotto

Qui la sfida è aperta. Ecco quali sono i collegi ancora in gioco alle elezioni

Alberto Chiumento

Una previsione fatta dall'Istituto Cattaneo assegna la maggior parte dei collegi uninominali al centrodestra, ma ce ne sono altri nei quali gli elettori sono ancora indecisi. Il Movimento 5 stelle potrebbe non ottenerne nemmeno uno

L’Istituto Cattaneo ha pubblicato ieri una previsione sui risultati elettorali delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, concentrandosi sui collegi uninominali, in cui per vincere è sufficiente avere un solo voto in più dei concorrenti e che secondo la legge elettorale assegnano un terzo dei seggi presenti alla Camera e al Senato (gli altri due terzi vengono assegnati tramite un sistema proporzionale).

  

Le due cartine prodotte dall’Istituto, una per la Camera e l’altra per il Senato, sono prevalentemente blu, nel senso che molti seggi vengono già considerati vinti dal centrodestra, alcuni addirittura vengono definiti “blindati”. Questa previsione ha spinto Libero a titolare nell’edizione odierna “La mappa che spiega perché il PD è disperato. L’Italia è (quasi) tutta azzurra”.

   

Effettivamente, la simulazione fatta dall’Istituto Cattaneo attribuisce al Partito democratico solo alcune circoscrizioni dell’Emilia-Romagna, della Toscana e quelle nelle parti centrali della grandi città come Milano, Roma e Napoli. Inoltre, secondo l’Istituto “la mancata alleanza tra Pd e M5s”, più volte annunciata da Letta dopo la fine del governo Draghi, “potrebbe consentire al centrodestra di prevalere in circa il 70 per cento dei collegi uninominali”. I principali danni dalla mancata unione però potrebbe subirli il Movimento 5 stelle, cui “non viene assegnata alcun chance di competere in nessun” collegio. Tuttavia, vi sono ampie zone in cui il risultato elettorale è ancora contendibile tra centrodestra e centrosinistra, sia alla Camera sia al Senato.

   

Per esempio, alla Camera, dove ci sono 148 collegi uninominali, non c’è un chiaro partito in vantaggio né nella provincia di Torino né in quella di Milano. La stessa cosa vale per il collegio della parte centrale della Liguria e anche per alcune porzioni di Toscana, Umbria e Marche. Mentre molti collegi del centro Italia sono dati per certi al centrodestra, diversi sono ancora liberi in Basilicata, in Calabria (specie nel nord della regione) e in Puglia.

  

I collegi uninominali alla Camera, secondo le previsioni dell'Istituto Cattaneo

  

Al Senato, dove le circoscrizioni sono soltanto 74 e quindi sono geograficamente più estese, l’andamento è simile con diversi collegi in ballo sia nel sud della Toscana, sia nelle zone adriatiche dell’Emilia-Romagna e delle Marche. Anche vari collegi tra Campania, Basilicata, Puglia e Calabria non sono stati assegnati dall’Istituto.

  

La Sardegna è una grande particolarità: risulta completamente bianca dato che, sia alla Camera sia al Senato, non c'è alcun partito in vantaggio.

 

 I collegi uninominali al Senato, secondo le previsioni dell'Istituto Cattaneo

   

Per leggere correttamente questi dati, però, vanno considerate le due assunzioni fatte dall’Istituto: la prima prevede che la coalizione di centrosinistra includa tutte le forze politiche in qualche modo vicine al Partito democratico (Italia viva di Renzi, Azione di Calenda, Verdi, Sinistra e anche il neo partito Insieme per Il futuro fondato da Luigi Di Maio) ma non il Movimento 5 Stelle: un’ipotesi probabile, ma che non è detto si verifichi; la seconda presume che le distribuzione territoriale dei consensi rifletta quella registrata alle europee del 2019, quando la Lega guidata da Salvini prese il 34 per cento, seguita dal Partito Democratico con il 23 per cento e Fratelli d’Italia ottenne il 6 per cento.

 

Benché la simulazione includa anche i risultati di sondaggi più recenti, secondo cui circa un terzo degli elettori che votarono il Movimento 5 stelle sceglierà ora di votare il Partito democratico oppure di astenersi, quest’ultima assunzione è un presupposto ingombrante dato che molti eventi diversi, e imprevedibili, sono successi da quelle elezioni: poco dopo sarebbe nato il governo Conte bis, sarebbe arrivata la pandemia e Draghi sarebbe stato chiamato dal presidente della Repubblica a guidare il terzo governo della legislatura.