(foto EPA)

Metsola: "È ora di un'unione dell'energia in Europa. L'Italia può essere leader"

Redazione

Il presidente del Parlamento europeo è in Italia per due giorni di visite istituzionali: "Kyiv vincerà questa guerra. Questo per l'Ue è il momento del whatever it takes". Gentiloni: "Embargo totale entro 9 mesi"

"Metteremo fine alle importazioni di petrolio perché dobbiamo portare avanti la nostra politica di zero gas dalla Russia". Sono parole che il presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha pronunciato questa mattina a Firenze, ospite dello European University Institute che ha organizzato la 12esima edizione dello State of the Union. Dichiarazioni molto simili a quelle che la rappresentante delle istituzioni europee aveva affidato a un'intervista al Corriere della Sera, nel mezzo di questa due giorni di visite istituzionali in Italia che ieri le ha fatto incontrare il capo dello stato Sergio Mattarella. "Le sanzioni sono sempre difficili da adottare", ha spiegato. Eppure "ciò che abbiamo fatto finora è senza precedenti. Il Parlamento europeo è stato il primo a dire che dobbiamo raggiungere una dipendenza energetica zero dalla Russia". Questo riconoscendo le specifiche differenze, perché "ogni Paese ha la sua realtà, alcuni sono più dipendenti di altri. Ma l’obiettivo della dipendenza zero dev’essere la priorità, poiché Mosca ha sfruttato troppo a lungo divisioni potenziali fra di noi. Abbiamo spesso scelto le soluzioni più facili, contro i moniti di quei Paesi membri che confinano con la Russia. È ora di un'unione dell'energia in Europa. L'Italia può avere la leadership".

Si capisce allora, dopo le prese di posizione della stessa presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, come Bruxelles abbia oramai deciso che questa è l'unica via percorribile. Non solo per mettere ulteriormente pressione sul regime di Vladimir Putin. Ma anche per affrancarsi strategicamente da un rischio che mette in pericolo l'autonomia delle istituzioni comunitarie. Una rotta similare, del resto, l'aveva lasciata intuire anche il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, che intervistato dal Messaggero ha fornito un po' di dettagli temporali sull'intervento europeo. "La nostra proposta - ha spiegato l'ex presidente del Consiglio - è arrivare a un embargo, a seconda dei diversi prodotti petroliferi, entro nove mesi. Farlo in tempi più brevi potrebbe avere conseguenze sui prezzi internazionali del petrolio paradossalmente contraddittori con i nostri obiettivi". Questo sempre tenendo ben presente che però i cinque pacchetti di sanzioni già adottati stanno avendo effetti su Mosca: "Chi dice il contrario prende un abbaglio. La Banca centrale russa ha stimato per quest'anno una recessione del 9 per cento. Certamente anche le nostre economie rallenteranno". E insomma la graualità è parte anche di quel principio per cui si vuole sgombrare definitivamente il campo dall'ipotesi che un eventuale embargo totale su gas e petrolio di Mosca possa far più danni in Europa che in Russia. Concentrandosi e facendo emergere, piuttosto, tutte le potenzialità di una ritrovata indipendenza energetica per l'Ue e per i paesi membri.

Per questo, sempre a Firenze, il presidente Metsola ha usato parole di largo respiro, diremmo "draghiane". E' arrivato il momento per l'Europa del 'Whatever it takes' riguardo la situazione in Ucraina. E anche sull'andamento del conflitto ha seguito l'esempio della Von der Leyen, che aveva esplicitamente parlato di vittoria . "Alla fine Kyiv vincerà la guerra, ne sono sicura". 

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