(foto Ansa)

Il caso

"È stato Luigi". Così Conte scarica su Di Maio le onorificenze ai russi

La guerra in Ucraina si specchia in quella del Movimento cinque stelle, fra l'ex capo del governo e il ministro degli Esteri

Redazione

L'allora premier in un'intervista al Corriere: "A Paramonov la stella d'Italia è stata concessa dalla Farnesina senza coinvolgere la presidenza del Consiglio"

Non guardate me, io non c'entro niente. Piuttosto, chiedete a Luigi Di Maio. Nemmeno la guerra in Ucrina scatenata dall'invasione russa riesce a placare le diatribe interne al Movimento cinque stelle. Così quest'oggi l'ex premier Giuseppe Conte, chiamato a rispondere della missione "Dalla Russia con amore" con cui decine di militari russi prestarono soccorso interessato al nostro paese nelle primissime fasi dell'emergenza Covid, in un'intervista al Corriere della sera sembra smarcarsi. Minimizza, dice che "non c’è alcun elemento per pensare che la loro attività e assistenza (dei russi, ndr) abbia travalicato i confini sanitari. I militari li hanno sempre affiancati. I riscontri che ho ricevuto sono stati di apprezzamento. Voler rileggere in modo strumentale e senza elementi concreti quello chaccadde due anni fa alla luce del conflitto attuale mi sembra fuorviante". 

Secondo Conte, quindi, "le insinuazioni, i dubbi e le perplessità mi sembrano assolutamente fuori luogo". E se, come fa Fiorenza Sarzanini, gli si fa notare che il capomissione Sergey Kikot propose alla delegazione italiana di sanificare gli edifici pubblici, in pratica entrando nei luoghi della macchina statale, lui risponde: "Non ho mai sentito questa cosa. Nessuno ne ha mai parlato".

Fatto sta che la risposta più significativa Conte la fornisce sul capitolo onoreficenze concesse ai russi. Perché, in linea con il resto dell'intervista, potrebbe semplicemente dire che non ne sa niente. E invece no. "Immagino che nel corso del tempo siano state assegnate onoreficenze a tantissime personalità russe. Non ricordo in particolare il nominativo di questo Alexei Paramonov, ma dai riscontri effettuati risulta che gli sono state consegnate su proposta del ministro degli Esteri e che la consegna della stella d’Italia è stata concessa dal ministero degli Esteri senza coinvolgere la presidenza del Consiglio. Per quanto riguarda la revoca non so quali siano i precedenti, ma non sono affatto contrario che sia avviata subito la procedura", spiega con ragionamento meticoloso. Che gli serve per dire, in pieno clima di bisticci post quirinalizi: non guardate me, è stato Luigi. 

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