(foto Ansa)

L'uscita

M5s, Grillo gela la vecchia guardia: "La regola dei due mandati è inderogabile"

Redazione

La confessione del fondatore del M5s ad alcuni parlamentari: "E' una questione identitaria. L'unica concessione è sulla rotazione dei mandati. Bisogna contrastare nicchie di potere e correnti"

Nessuna deroga o quasi al limite dei due mandati valevole per i parlamentari del M5s. Questo perché trattasi di una "questione identitaria". Non sono parole in chiaro ma è quanto ha confidato nelle ultime settimane ad alcuni esponenti del Movimento Beppe Grillo, stando a una ricostruzione dell'Adnkronos. Perché il cofondatore ha sentito la necessità di affrontare questo nodo? Perché i parlamentari del M5s sono sempre più esposti al rischio di non essere rieletti. La gran parte di loro, infatti, secondo le regole attuali non potrebbe essere ricandidata. E questo non fa che increspare le acque in cui si muove un soggetto politico già sull'orlo dell'implosione e che, dopo la sentenza del tribunale di Napoli sul nuovo statuto, brancola nel buio rispetto alla guida che avrà da qui ai prossimi mesi

Così Grillo ha deciso di prendere una posizione forte. Per la regola dei due mandati, quindi, varrebbero deroghe molto particolari. Sarebbe concessa la rotazione degli incarichi. Ad esempio: un parlamentare non potrebbe candidarsi per la terza volta in Parlamento ma potrebbe concorrere al Parlamento europeo e per i consigli regionali e comunali (e viceversa). Una misura che dal garante è considerata "identitaria". E che nel ragionamento di Grillo serve a "contrastare nicchie di potere e di correnti". Ma che non pare sia stata accolta nel migliore dei modi. Di fatto, la gran parte della vecchia guardia grillina (tra cui Luigi Di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna e Alfonso Bonafede) rischia di essere spazzata via e di veder chiudersi dietro le spalle le possibilità di tornare in Parlamento al termine della legislatura. A maggior ragione perché con il taglio del numero dei parlamentari (e con i sondaggi che danno il M5s intorno al 13 per cento) in moltissimi dovranno dire addio all'esperienza incominciata nel 2013. Cosa succederà? Difficile predirlo. Ma è certo che il richiamo forte alle proprie origini del cofondatore del Movimento rischia di essere una partita parallela in cui il M5s potrebbe incartarsi da un momento all'altro.

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