Paradossi assistenzialisti

Prorogator. Così Orlando trova altri quattro mesi ai navigator

Dovevano trovare lavoro ai disoccupati. Ora è la politica che s'affanna per trovare loro un lavoro e non lasciarli disoccupati. Il grande inganno del Reddito di cittadinanza, sulla pelle di 2.300 navigator

Valerio Valentini

Dovevano scadere ad aprile. Poi a dicembre. Ora il ministero del Lavoro s'inventa una nuova proroga. Le regioni protestano, Fedriga minaccia in vivavoce un comunicato di sdegno: "Non potete caricarli su di noi". E così i 2.300 lavoratori ora resteranno altri 4 mesi in carico all'Anpal, senza alcuna reale occupazione. Il paradosso delle politiche attive trasformate in ammortizzatori sociali

Massimiliano Fedriga alla fine è dovuto ricorrere alla minaccia: “Ho pronto un comunicato in cui denuncio lo scandalo: è assurdo che venga scaricata sulle regioni l’assunzione dei navigator”. E siccome gridava in vivavoce, collegato con i capigruppo della commissione Bilancio riuniti in conclave alla Camera, e dato che i tecnici di Andrea Orlando presenti al vertice non sapevano come venirne a capo, alla fine è toccato al ministro grillino Federico D’Incà proporre un compromesso che di onorevole aveva ben poco, ma che almeno evitava lo scontro istituzionale tra governo e Conferenza delle regioni. E’ così che è maturata la decisione di prolungare ancora di altri quattro mesi, e senza alcuna reale prospettiva, i contratti di oltre 2.300 navigator. Che in realtà erano già scaduti ad aprile, al termine dei due anni offerti loro all’esito di una selezione faraonica organizzata nella primavera del 2019, giusto in tempo per le elezioni europee. Ma ad aprile Orlando volle temporeggiare: ed ecco la prima proroga di otto mesi, fino a fine anno. “Intanto le regioni faranno i concorsi per i centri per l’impiego, e ai navigator verrà riconosciuta una corsia preferenziale”, spiegò il ministro del Lavoro Orlando.

Navigator, contratti prorogati per altri 4 mesi

I bandi però non sono mai stati fatti. Anche perché nel frattempo la rifondazione dell’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive, è rimasta a metà. Silurato a maggio il presidente Mimmo Parisi, l’Anpal attende ancora di essere integrata in una direzione generale del ministero, e nell’attesa resta affidata al commissario straordinario Raffaele Tangorra. Che s’è ritrovato, insieme al capo del legislativo di Orlando, Alessandro Goracci, a dover partecipare alla negoziazione in commissione Bilancio. Il ministero voleva che ad accollarsi i navigator, per almeno tre mesi, fossero le regioni,  solo in via facoltativa. “Ma è uno scaricabarile”, è sbottato Fedriga, contattato dal forzista Roberto Pella durante una riunione riservata con i rappresentanti dei partiti coinvolti al tavolo del mercanteggiamento. E dunque, la brillante trovata: il ministero tratterrà in seno ad Anpal Servizi gli oltre 2.300 navigator rimasti in organico ma senza alcuna prospettiva di occupazione, in attesa dei nuovi concorsi delle regioni. Trattativa officiata dal ministro D’Incà: il quale, presente in commissione, ha garantito la tregua propiziando l’affossamento di un emendamento sulle firme digitali presentato dai Radicali e avversato dal centrodestra. In cambio, Lega e FI, contrari alla proroga dei navigator, si sono acconciati ad approvarla all’unanimità. Del resto anche il Mef, a quel punto, non aveva  nulla da obiettare: “Perché i navigator, per questi quattro mesi, verranno pagati tramite un fondo già stanziato per fare in modo che la regioni organizzino i concorsi per i centri per l’impiego”, si giustifica Gianni Dal Moro, relatore del provvedimento per il Pd. E però, se erano state assegnate per organizzare dei concorsi, ora le risorse saranno spese per pagare quattro mesi di limbo ai navigator. “E’ vero – riconosce Dal Moro – ma sarà l’Anpal a decidere se quei lavoratori potranno svolgere alcune mansioni. L’alternativa sarebbe stata lasciarli per strada”.

Ed è così che si arriva al paradosso per cui persone assunte per trovare un’occupazione agli altri diventino quelli a cui la politica deve trovare un posto di lavoro: l’Anpal, l’agenzia delle politiche attive, trasformata in un ammortizzatore sociale.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.