Lo scatto armato

Da Putin a Salvini, da Churchill ai grillini. Se la politica cede al fascino del fucile

Ruggiero Montenegro

Éric Zemmour candidato francese all'Eliseo ha puntato un fucile da cecchino contro i giornalisti. Un'immagine che si inserisce in una tradizione di predecessori più o meno illustri. Un album di famiglia (disfunzionale)

Sarà il presunto fascino dell'uomo forte. O forse quello del politico che si crede tale, imbracciando un'arma a favor di fotografi e telecamere. Deve aver pensato qualcosa del genere anche Éric Zemmour, se non altro per onorare una tradizione che vanta illustri predecessori. E così l'editorialista e saggista francese, che da destra è pronto a sifdare Emmanuel Macron nella corsa all'Eliseo e che della provocazione ha fatto un cavallo di battaglia, ha deciso bene di imbracciare un fucile da cecchino e puntarlo, seppur scherzosamente, contro i giornalisti che documentavano la sua vita al Milipol Paris, il principale evento francese dedicato alla sicurezza nazionale, che si tiene in questi giorni nella capitale transalpina. 
  

 

"Non si ride più, eh... Indietreggia!", ha detto Zemmour rivolgendosi ai cronisti, in quello che può essere considerato l'ennesimo schiaffo al politicamente corretto, una crociata che la nuova stella del sovranismo francese combatte quotidianamente, tra un affondo su Macron e una frase contro i migranti, il “grand remplacement”: la sua ossessione, come dicono al di là delle Alpi. Ma non solo: perché lo scatto di Zemmour rispolvera anche quella consuetudine che tiene insieme politica e armi da fuoco, alla ricerca del consenso. Un solco in cui si ritrovano personaggi del calibro di Vladimir Putin e Silvio Berlusconi, ma anche di Winston Churchill o di un più modesto Matteo Salvini. E via a scendere fino al candidato sindaco di Milano, il medico Luca Bernardo, di cui per la verità non ci sono scatti armati, ma che ha comunque pensato di far sapere a tutti di recarsi in ospedale con la pistola. O al consigliere regionale del Lazio Davide Barillari.
 

Vladimir Putin shoots from a rifle for visually-impaired athletes at the national championships in ski races and biathlon for athletes

 

Di questi, forse per il suo passato militare o per lo stile autoritario che caratterizza il suo governo, Vladimir Putin è quello che più di tutti ha voluto ostentare il fascino discreto che deriva dall'imbracciare un'arma. C'è l'imbarazzo della scelta: ci sono foto del presidente russo con un mitra, con fucili di precisione, con quelli olimpici (come nella foto qui sopra) o con semplici pistole: va bene tutto quando si tratta di conquistare una prima pagina.
  

  

Avrà preso da lui anche Silvio Berlusconi, che di Putin è grande amico: nel 2002, in visita in Libia per cercare di ricucire i rapporti tesi con il paese nordafricano, l'allora premier si recò a Tripoli, dove ricevette in regalo da Muhammar el Gheddafi l'ultimo fucile italiano, retaggio di un passato sul "quale mettere una pietra sopra". Iniziando, appunto, da una foto che nel tempo si è fatta simbolo.

  

   

In tempi più recenti, era il 2019, è stata invece l'accoppiata Salvini-Morisi a riportare in auge l'immagine del politico da combattimento:  "Noi siamo armati e dotati di elmetto!" scriveva dal suo profilo l'ideatore della Bestia per gli auguri di Pasqua, accompagnati da una foto che ritraeva il leader della Lega con in mano un mitra. E via con le polemiche: "minaccia alla democrazia", "pericoloso", "istigatore di possibili violenze future", solo per citare alcune delle reazioni indignate che quel post suscitò allora. Ma la carrellata potrebbe essere ben più lunga.  E come dimenticare Angelo Tofalo? Il deputato grillino, affascinato dalle divise, parlando dell'operazione "Strade sicure",  aveva indossato mitra e mimetica "per capire cosa si prova".
 


E scavando nel passato, poi, si possono trovare altri esempi illustri: come Winston Churchill, il primo ministro inglese che a Essex si faceva fotografare mentre provava uno dei nuovi fucili in dotazione all'esercito. Ma era pure il 1941, erano tempi di guerra, e capire il senso di una tale immagine è già più facile.
 

 

Mica come il consigliere No vax Davide Barillari, quello che ha occupato la regione Lazio qualche giorno fa in protesta contro il green pass. A luglio l'ex grillino si puntava contro una pistola (pare fosse un giocattolo) paragonandolo al vaccino. Ma tant'é: di sicuro questa è ben più difficile da comprendere.

 

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