editoriali

L'insensato no di Fico al Green pass

Redazione

Da grande nemico della “Casta” a difensore del suo più inutile “privilegio”

Niente Green pass per gli onorevoli. “Non mi sento vicino alle posizioni di chi dice qui si entra solo con il Green pass”, ha dichiarato il presidente della Camera Roberto Fico. “Non è possibile chiedere chi è vaccinato e chi no, è una questione che non c’è”. Ne è passato di tempo da quando Fico si presentò, solo il primo giorno, in autobus per dimostrare che restava un “cittadino” (la parola “onorevole” era proibita). Ora gira con scorta e autoblu e difende le prerogative che lui definiva “privilegi” dei parlamentari che lui definiva “kasta”.

 

Questa è la parte più interessante dell’evoluzione di Fico, ma i contenuti lasciano sempre a desiderare. L’affermazione mostra superficialità e anche una certa ignoranza sul funzionamento il Green pass: non c’è alcun obbligo di vaccinarsi, perché il pass si attiva anche per chi non è ancora vaccinato o non intende farlo ma ha effettua un tampone nelle 48 ore precedenti. Non c’è quindi per gli onorevoli deputati alcun obbligo di terapia sanitaria né una violazione della privacy.

 

E’ vero che il parlamentare ha un ruolo costituzionale fondamentale e ogni minima limitazione della sua libertà o funzione va adottata con estrema cautela. Ma sarebbe difficile sostenere che si può imporre il Green pass a tutti i cittadini, considerando che per le professioni mediche c’è persino l’obbligo vaccinale, ma al Parlamento no. Anche perché i parlamentari si troverebbero nella situazione di non essere tenuti a esibire il pass per entrare alla Camera, ma di essere obbligati a farlo per andare allo stadio o a teatro.

  

Già ora se un deputato entra in contatto con un contagiato non può accedere alla Camera prima dell’esito negativo del tampone: il Green pass prevede che questo meccanismo di riduzione del rischio di contagio venga applicato ex ant anziché ex post. Non c’è alcuna limitazione della libertà  o della funzione costituzionale né si tratta di usare la logica anticasta, semplicemente di applicare norme di mitigazione del rischio in un luogo affollato. Come accade per tutte le altre attività socio-economiche.

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