Giulio Gallera, ex assessore al Welfare della Regione Lombardia (foto Ansa)

l'intervista

"Green pass alla francese? Ottima idea", dice Gallera

Marianna Rizzini

"Ci sono momenti in cui, governando, si devono fare scelte difficili. Immagino Salvini stia ponderando la decisione finale. Si può prendere tempo, ma facciamo prevalere la ragione". Parla l'ex assessore lombardo

E’ stato assessore al Welfare, uomo di Forza Italia nella Lombardia leghista, poi sostituito da Letizia Moratti e passato alla guida della Commissione regionale Bilancio: Giulio Gallera della pandemia ha visto i primi mesi drammatici. E ora che la pandemia si trova nella fase “colpo di coda”, vede un centrodestra non unanime sui metodi di contrasto. C’è infatti Matteo Salvini che, sul vaccinarsi, ha nicchiato per mesi, anche se ieri ha diramato note in cui assicurava che si vaccinerà ad agosto “senza saltare la fila come altri politici o giornalisti”. E riguardo alla soluzione anti quarta ondata studiata dal presidente francese Emmanuel Macron, quella che prevede l’estensione del green pass, Salvini si è detto contrario. “Green pass per il ristorante? Ma scherziamo?”.

E però dai sondaggi sull’eventuale adozione di misure simili trapela un’Italia trasversale, possibilista e molto determinata a risolvere una volta per tutte il problema. Cambierà idea, il Salvini di governo, o resterà concorde con l’alleata d’opposizione Giorgia Meloni, ancora più perentoria di lui? Gallera si è vaccinato “appena è stato possibile prenotarsi”, e, “da liberale”, resta convinto “che si possa evitare di obbligare, ma che si debba far capire con una campagna stringente l’importanza di proteggersi ora: è l’unico strumento che abbiamo per combattere il virus ed evitare di vanificare gli sforzi”. Quanto al green pass, dice Gallera, “quella pensata da Macron mi pare un’ottima soluzione nel tempo che ci separa dalla definitiva sconfitta del Covid. Dobbiamo convivere, al momento, con una nuova normalità. Non possiamo più immaginare un lockdown pesante che blocchi attività e vita lavorativa e sociale, tanto più che si è visto quanto poi è difficile ripartire – i ristori non sono stati sufficienti. E poi: quando si parla di libertà, tra i critici della soluzione Macron, bisogna ricordare che la tua libertà finisce dove inizia la mia”.

Estenderebbe quindi l’uso del green pass, Gallera, anche se in modo meno ampio che in Francia, e non si preoccuperebbe delle conseguenze a livello di consenso immediato: “Ci sono momenti in cui, governando, si devono fare scelte difficili. Immagino Salvini stia ponderando la decisione finale. Si può prendere tempo, ma facciamo prevalere la ragione. La strada a mio avviso è questa: green pass e conteggio dei ricoveri ospedalieri, più che dei contagi. Non siamo più nella situazione di un anno fa: abbiamo vaccini e tamponi, siamo in grado di monitorare e di difenderci. Perché non approfittarne?”. E sul vaccino, dal Pd, il Salvini temporeggiatore riceve l’attacco di Simona Malpezzi: “Ma a quali file si riferisce Salvini? In Lombardia i suoi coetanei possono vaccinarsi da qualche mese. Io sono nella sua fascia e ho già fatto seconda dose. Dica la verità. Poi vada a vaccinarsi dando il buon esempio”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.