In attesa della cabina di regia

Green pass all'italiana: le ipotesi sul tavolo del governo

Ruggiero Montenegro

La strategia è puntare sul certificato per allargare la platea dei vaccinati e non tornare indietro sulle riaperture. Si valuta l'obbligatorietà per treni, aerei e attività sportiva. Ma è sulla ristorazione che bisognerà trovare una sintesi. Gelmini: "Settimana prossima si decide"

Sono giorni di discussioni e valutazioni tra i banchi del governo, il Green pass era stato indicato come lo strumento cardine per accompagnare le riaperture e adesso che la variante Delta è sempre più diffusa, facendo crescere la curva dell'epidemia, a Palazzo Chigi è arrivato il tempo delle scelte. La strategia di Draghi, e del ministero della Salute, è puntare sulla certificazione verde per incentivare le vaccinazioni, soprattutto tra i più giovani. L'estrema ratio, invece, sarebbe l'introduzione dell'obbligo vaccinale. L'obiettivo è quello di non tornare indietro, evitare a ogni modo nuove chiusure. Quel che sembra certo, in ogni caso, è che le modalità d'utilizzo del certificato verde saranno riviste ed estese. Resta da capire in che termini.

 

"La decisione verrà presa nella cabina di regia che si svolgerà nei prossimi giorni, probabilmente la prossima settimana. Sarà quella la sede nella quale il governo si esprimerà”, ha dichiarato questa mattina Mariastella Gelmini, ministro agli Affari Regionali, chiarendo però che il cosiddetto modello francese non rappresenta la stella polare: “Noi non inseguiamo modelli stranieri, troveremo una via italiana all'utilizzo del Green pass”.

 

Bisognerà tener conto, insomma, delle specificità del contesto italiano. In questo senso, saranno importanti le indicazioni in arrivo dall'analisi dei dati del consueto monitoraggio del venerdì, quando si capiranno meglio gli effetti della variante Delta nei singoli territori e sugli ospedali. Per ora, l'aumento dei contagi non si è tradotto in un maggior numero di ricoveri o ingressi in terapia intensiva: ieri i casi positivi sono stati 2.153 (erano stati 1.534 martedì), più del doppio di quelli registrata una settimana fa. In compenso, i pazienti in terapia intensiva erano in totale 151, meno 6 rispetto al giorno prima, e 1.108 ricoveri, in calo di 20 unità rispetto al bollettino precedente.

 

E oltre a questo, si dovrà trovare una mediazione anche tra i vari presidenti di regioni. Territori a trazione leghista come Lombardia e Veneto hanno già annunciato la propria contrarietà, mentre altri come Emilia-Romagna o Lazio sarebbero favorevoli.

 

Le ipotesi in campo

In questo scenario si muove il governo, che in queste ore sta vagliando varie ipotesi, prima di mettere in campo la propria proposta. Sarà certamente confermata la necessità del Green pass per partecipare a grandi eventi, accedere a stadi, concerti e congressi, mentre è al vaglio la posizione rispetto a palestre e circoli sportivi, cinema e teatri. Allo stesso modo, si valuta anche la possibilità di imporre il certificato per i viaggi a lunga percorrenza, per poter prendere treni e aerei. E si discuterà anche di discoteche, sebbene non sia questo il principale punto della contesa.

 

Come si può dedurre dalle dichiarazioni di questi giorni di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, è su ristoranti e bar che bisognerà trovare la sintesi. Le associazioni di categoria e i gestori hanno già alzato le barricate, annunciando proteste nel caso in cui il governo dovesse propendere per la decisione più stringente. Il buon senso potrebbe suggerire una soluzione legata alla capienza e alla grandezza dei singoli locali, magari distinguendo tra spazi al chiuso e all'aperto.

 

Quanto al trasporto pubblico nelle città, l'introduzione del pass come requisito d'accesso non è una questione che dovrebbe essere affrontata nell'immediato: troppe le incognite dal punto di vista organizzativo. Se ne riparlerà più avanti, in vista di settembre e delle riaperture delle scuole. Per tutto il resto basterà attendere la prossima settimana, quella decisiva.

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