Le reazioni

Il Green pass alla francese è il nuovo fronte della battaglia politica

Redazione

Lega e Fratelli d'Italia contro il modello Macron, mentre gli altri partiti di maggioranza hanno assunto una posizione favorevole, seppur con qualche distinguo

Da una parte la levata di scudi dei sovranisti contro ogni ipotesi di ulteriori restrizioni, dall'altra i più cauti che invitano a non abbassare la guardia, man mano che la variante Delta prende campo anche in Italia: il green pass alla francese, il modello voluto da Macron in base al quale bisognerà esibire una certificazione anche per prendere un caffè al bar, continua a dividere. È su questo fronte che si gioca la nuova battaglia della politica italiana, con Lega e Fratelli d'Italia assolutamente contrari e gli altri partiti di maggioranza che hanno assunto una posizione favorevole, in linea di massima, seppur con qualche distinguo. Ma anche trai banchi del governo non c'è ancora una sintesi.

 

Lega e Fratelli d'Italia: no al modello Macron

È netto il giudizio di Giorgia Meloni, tra i più critici rispetto all'ipotesi di estendere l'utilizzo del green pass: la leader di Fratelli d'Italia evoca Orwell e il 1984, affidando a Twitter la sua sdegnata reazione: “È l'ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana. Una follia anticostituzionale”.

 

 

Sulla stessa linea anche la Lega, con Matteo Salvini che usa toni più morbidi ma altrettanto chiaramente esprime la sua contrarietà: "Vaccino, tampone o Green pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo", sono le parole dell'ex ministro degli Interni, che oggi dopo l'incontro col premier Mario Draghi ha rincarato la dose: "Il modello francese non è un modello. L'obbligo, la costrizione, chiedere il green pass per chi prende l'autobus o un caffè è fuori discussione. Cosa ne pensa Draghi? Chiedetelo a lui, ma le scelte estreme non piacciono nè a me nè a lui, mettiamola così". E sempre questa mattina sono arrivate le parole di Attilio Fontana, presidente della Lombardia: "Non abbiamo bisogno del metodo Macron, perché da noi le vaccinazioni stanno andando bene, in maniera eccellente. Non ci sono sacche di resistenza".

 

 

Le posizioni di Pd, M5s, Forza Italia e Iv

Più sfumata è invece la posizione tra gli altri partiti che sostengono il governo Draghi. A partire da Matteo Renzi: "Credo sia giusto che si vada verso un modello diverso dal passato: è evidente che i contagi aumenteranno. In Francia chi ha il green pass può entrare nei bar e nei ristoranti: l'atteggiamento di Macron è giusto. Io sono per obbligo vaccinale per il personale sanitario e della scuola".  

"Sono favorevole", ha fatto sapere Renato Brunetta, secondo cui "non si possono invocare riaperture indiscriminate senza un richiamo alla responsabilità individuale che riverbera sulla salute collettiva. Il governo è chiamato a prendere atto dell'evoluzione della situazione reale, che è la sommatoria dei comportamenti individuali", ha scritto in una nota il ministro della Pubblica amministrazione. Per il Pd ha parlato questa mattina Francesco Boccia, responsabile enti locali dem. Categorica la sua posizione: "O Green pass o obbligo vaccinale, non c'è una terza via".

"La valutazione dell'obbligo dell'uso del Green pass in Italia, sul modello di quanto deciso in Francia, è possibile solo se si decide, finalmente, di garantire i tamponi gratis per tutti, come appunto avviene già in Francia. Altrimenti ci troveremmo di fronte ad un trattamento discriminatorio", hanno dichiarato in una nota i senatori grillini impegnati nella commissione Affari Costituzionali al Senato.

 

Sileri e Costa: le posizioni del ministero della Salute

"Lo dissi un mese e mezzo fa: la doppia dose funziona con la variante Delta, allora perché non applichiamo sul serio il Green pass, rendendolo uno strumento utile per partecipare a eventi, per riaprire le discoteche, i teatri, per evitare la quarantena. Da noi non ha senso nei ristoranti, semmai può essere un'arma per mantenerli aperti qualora vi fosse un forte incremento dei casi", così il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, in un'intervista al Messaggero. 

Più deciso l'altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: "Per quanto riguarda l'obbligatorietà del Green pass, un conto è se parliamo di discoteche o stadi, ma per i ristoranti e i bar è eccessivo anche perché si introdurrebbe un elemento economico: pensiamo alla famiglia che va a mangiare una pizza ed è costretta a pagarsi il tampone. Io credo che su questo è meglio essere cauti".

 

Dalla Francia, infine, sono arrivate anche le dichiarazioni di Walter Ricciardi, che ad Adnkronos ha spiegato come quella transalpina sia "un'ottima iniziativa che tutti i paesi dovrebbero seguire". Ricciardi, oggi membro del Comitato scientifico di Santé Publique France, ha aggiunto che la situazione italiana è sovrapponibile a quella francese in termini di andamento dell'epidemia e dunque "se la Francia ci ha seguito sull'obbligo di vaccinazione anti-Covid degli operatori sanitari, ora e noi dovremmo prenderla ad esempio per quanto riguarda il Green pass".