Marco Marsilio (foto LaPresse)

l'intervista

Marsilio: “Dosi ai giudici? Lo chiese Bonafede. Draghi con le regioni sbaglia”

Luca Roberto

"Non mi pento di quella delibera, si è trattato di un'errore dell'Asl. I governatori? Non vengano messi alla berlina". Parla il presidente dell'Abruzzo

Un po’ se la ride, all’altro capo del telefono, il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio. “Vi siete divertiti voi del Foglio, eh”. Breve antefatto esplicativo: ieri abbiamo raccontato su questo giornale come a dispetto delle critiche dell’opinione pubblica, anche nella regione amministrata dal centrodestra si sia provveduto a vaccinare i giudici. Ci spiega com’è stato possibile, presidente? “Allora, facciamo chiarezza”, premette. “In un primo momento, quando il vaccino AstraZeneca era prescritto solo agli under 55, si è posto il problema: a chi lo diamo? Il vecchio governo aveva ricompreso nei servizi essenziali da coinvolgere, oltre ai medici e infermieri delle strutture pubbliche e private, anche il personale per l’amministrazione della giustizia. Fu un’istanza portata avanti dall’ex ministro Bonafede, che recepì alcune richieste dei presidenti di tribunale”. Poi però col generale Figliuolo questa descrizione di “servizi essenziali” è venuta meno. Voi perché siete andati avanti? “Nella delibera del 22 marzo abbiamo chiarito che avremmo continuato a vaccinare gli operatori di Polizia giudiziaria, compresi quelli che lavorano nei tribunali, che svolgono indagini, uomini in divisa che hanno continuato a operare in maniera instancabile, non di certo i magistrati”.

E però, presidente, la notizia è che nella vostra regione sono stati vaccinati procuratori della Repubblica, giudici di tutti i gradi. Senza alcuna distinzione. “Si è trattato di un’errore dell’Asl di Pescara. Hanno interpretato in maniera estensiva la categoria degli ufficiali di Polizia”. Perché non si è rivalso sui responsabili? “Perché non è il mio stile. Non sono fatto per dire ‘è colpa loro, hanno fatto una cretinata’, dare la croce addosso a gente che si fa un culo come un secchio da mesi. E poi mi permetta di aggiungere una cosa”. Prego. “Non è assolutamente vera la tesi secondo cui alcune categorie privilegiate vengono vaccinate a discapito dei fragili, degli anziani. Se siamo ancora così indietro nella campagna di vaccinazione non è di certo colpa delle regioni. La verità è che ci hanno dato poche dosi. Il fatto che non possano procedere in parallelo la profilassi degli over 80 e delle altre categorie è una barzelletta. Mi chiedo: a che serve mettere alla berlina i governatori?”.

 

Lo ha fatto anche il presidente Draghi, che soltanto ieri, dopo averlo fatto in Parlamento meno di un mese fa, ha ribadito: “Basta vaccinare chi ha meno di 60 anni”. “Credo che il presidente del Consiglio si sbagli, è evidente che qualcuno dei suoi gli ha raccontato delle fesserie. Solo negli ultimi 4 o 5 giorni ci sono arrivate delle nuove scorte di vaccini. Per mesi abbiamo viaggiato a un ritmo di somministrazione del 90-95 per cento. Cos’altro dobbiamo somministrare, l’acqua minerale? Ci dicono sbrigatevi. Ma più sbrigati di così! Noi ad esempio siamo una delle primissime regioni ad aver concluso le vaccinazioni nelle carceri. Più che altro dovrebbero prendersela con l’Europa e i suoi contratti capestro”. Adesso però dovrete rivedere i vostri piani. Con la raccomandazione di somministrare il vaccino AstraZeneca agli over 60, contate di finire prima, di recuperare terreno? “Il problema sarà far capire alla popolazione che è un vaccino sicuro, visti i tassi di rinuncia che si iniziano a intravedere nelle varie regioni. Chi mi assicura che chi ha fatto la prima dose AstraZeneca sia ancora disposto a sottoporsi al richiamo? Noi in regione preferiamo continuare a somministrate Pfizer e Moderna agli ultraottantenni. Voglio usare dei prodotti che siano sicuri e pienamente efficaci”. Avete immunizzato poco più del 35 per cento degli ultraottantenni, quando saranno completamente al sicuro? “Se arrivano le dosi, anche in un paio di settimane”. Le faccio una domanda di natura politica: ma scusi, quando s’è trattato di cavalcarla voi di Fratelli d’Italia e del centrodestra questa faccenda dei vaccini ai magistrati in Toscana, non vi siete fatti troppi scrupoli: avete presentato i documenti in procura, chiesto una commissione d’inchiesta. Crede quindi che sia stato un errore? “Non vivo in Toscana, non giudico il lavoro di Giani. So solo che nelle varie regioni si tendono a tirar le polemiche un po’ troppo lontano dalla realtà dei fatti, da una parte e dall’altra”. Non si è pentito nemmeno un po’ della sua delibera? “Assolutamente no. Se qualcuno ha sbagliato, è una cosa che può capitare, non lo crocifiggo. Ma il nostro intervento aveva un obiettivo chiaro, di cui non mi pento”.

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