Stefano Mugnai (foto d'archivio Ansa)

L'intervista

“Sui vaccini Giani non ha più alibi. La smetta con le marchette”. Parla Mugnai

Luca Roberto

"Per vaccinare giudici, avvocati e giardinieri, in Toscana sono morti oltre 300 anziani. Non c'è più tempo da perdere”, ci dice il deputato di Forza Italia

Giani non ha più scuse. Gli errori politici ci sono e ci saranno sempre, ma in questo caso non sono tollerabili, visto che riguardano la vita delle persone”. Stefano Mugnai è il vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera. Aretino, da settimane guarda con sempre maggiore apprensione alle vicende della sua regione e non fa che chiedere un cambio di passo nell’andamento della campagna vaccinale. Che vede la Toscana relegata il fondo alla classifica nazionale per quel che riguarda le somministrazioni agli over 80, sia per le prime dosi sia per i richiami.

Ce ne siamo occupati un paio di settimane fa, quando abbiamo fatto notare che nel contempo la regione figurava tra le prime nelle somministrazioni agli under 40, colpiti in maniera molto marginale dal virus. E’ cambiato qualcosa da allora? “C’è stato un tentativo per recuperare terreno, ma il piano della Toscana nasce sbagliato per almeno due ragioni. Anzitutto, un uso sbagliatissimo del bene più prezioso, le dosi Pfizer, che sin dall’inizio si sapeva sarebbero arrivate a rilento e di cui si avrebbe avuta una certa scarsità. C’è stata un’interpretazione molto estensiva della categoria degli operatori socio-sanitari, così da vaccinare gente che è da mesi in smart working, contabili, amministrativi, addirittura i giardinieri. E poi si è deciso di puntare sull’iper-burocratizzazione delle procedure, molto toscana, che ha ingessato l’iter, delegando tutto ai medici di famiglia e non tenendo conto dei problemi logistici dovuti alle somministrazioni, dell’aggravio sul loro lavoro”.

Giani stesso ha imputato gran parte dei rallentamenti alla difficoltà di raggiungere un accordo con i medici di base. Che però gli hanno ricordato come fossero pronti già dalla fine del novembre scorso. Il presidente della Toscana, peraltro, è sembrato infilarsi in un cul de sac: tradendo un nervosismo giorno dopo giorno sempre più evidente, a causa anche dei riflettori nazionali che d’un tratto si sono accesi sulla sua amministrazione. “E’ indubbio che nell’intervento in Parlamento del premier Draghi, quello in cui si è scagliato contro alcune regioni che agli anziani preferiscono altri gruppi in virtù di specifiche forze contrattuali, il riferimento al caso della Toscana era chiarissimo. Lo sputtanamento è sotto gli occhi di tutti”, racconta ancora Mugnai. “Giani lo conosco bene. Evidentemente qualcuno ha avanzato richieste, e lui è stato ben disposto ad accontentare l’interlocutore di turno. Che fossero giudici, avvocati o praticanti delle professioni legali, le dosi AstraZeneca sono servite principalmente a una serie di marchette. Per quanto lo abbia sempre avversato, sono sicuro che se qualcuno ci avesse anche solo provato con l’ex presidente Rossi, avrebbe fatto una brutta fine”.

Sulla graticola c’è finito pure l’assessore Bezzini, per cui domani verrà discussa in Consiglio regionale una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Figura che però Giani ha scelto di difendere, costi quel che costi. Anche in virtù, dicono alcuni, di un forte radicamento dell’assessore nel senese (ha fatto il presidente della provincia), dove alle ultime elezioni è stato il più suffragato e dove le questioni locali si vanno legando  a vicende nazionali (è la circoscrizione che in autunno andrà alle suppletive, e per cui s’erano fatti addirittura i nomi di Giuseppe Conte ed Enrico Letta come candidati del centrosinistra). “E’ una bravissima persona, Bezzini, ma dubito che si sia occupato di Sanità anche soltanto un’ora in tutta la sua vita. Noi comunque non chiediamo le dimissioni, perché le dimissioni si danno, non si chiedono”. A ogni buon conto, l’amministrazione si è data come obiettivo quello di somministrare la prima dose di vaccino a tutti gli oltre 300 mila over 80 entro il 25 aprile. “Ci aspettiamo che si riesca ancor prima, ma non ci impicchiamo alle date. Devono passare dalle promesse ai fatti. La gestione imbarazzante delle micro zone rosse, adesso che i contagi crescono anche nelle province chiuse da più tempo, non si cancella. Ma per quel che riguarda i vaccini non ci sono più alibi”, spiega l’ex coordinatore regionale di FI. “So per certo che nei prossimi 15 giorni arriveranno 300 mila dosi Pfizer. Bene, si somministrino vaccini agli anziani anche negli undici centri vaccinali regionali, si affianchi ai medici di base il personale delle Asl. Per le scelte scellerate compiute finora abbiamo avuto qualcosa come 300 morti in più. Non c’è un minuto in più da perdere”.

Di più su questi argomenti: