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Sui vaccini Draghi attacca le regioni: "Alcune trascurano i loro anziani in favore di altre categorie"

Nell'intervento in Senato il presidente del Consiglio ha lanciato un accusa nei confronti delle discrezionalità regionali che rallentano il piano vaccinale nazionale

redazione

"Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale". Con questa schiettezza il presidente del Consiglio Mario Draghi si è scagliato contro alcuni governatori, nell'informativa al Senato prima del Consiglio europeo. Come avevamo raccontato sul Foglio, infatti, a livello nazionale la situazione è molto disomogenea. Mentre alcune amministrazioni, (come il Lazio, che ha praticamente concluso la prima fase della vaccinazione degli over 80) procedono a passo spedito, altre, come la Toscana e la Sardegna, arrancano nel raggiungere l'obiettivo di mettere in sicurezza le fasce anagrafiche più fragili. Un dato ancor più grave perché il mancato raggiungimento di soglie minime per quel che riguarda la somministrazione degli over 80 lo si deve alla discrezionalità delle scelte: la Toscana, per esempio, ha preferito vaccinare 145.833 persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni. Quando, nello stesso momento, i vaccinati di età compresa tra i 65 e i 74 anni erano appena 27875, e quelli tra i 75 e gli 85 (praticamente la categoria più esposta al virus) erano 36686. La Campania, invece, ha ricompreso tra le categorie prioritarie persino i giornalisti. La maggior parte di loro, in ogni caso, ha la piena legittimità di far avanzare alcune categorie professionali a proprio piacimento. In base alla "forza contrattuale" a cui ha alluso Draghi. Che rischia così di mandare in fumo i piani di far avanzare in parallelo l'immunizzazione e la graduale riapertura delle attività commerciali. 

"Procedere spediti con le somministrazioni è importante. Ma è altrettanto cruciale vaccinare prima i nostri concittadini anziani e fragili, che più hanno da temere per le conseguenze del virus", ha ribadito il premier a riguardo. E la decisione di ieri del commissario straordinario all'emergenza Figliuolo, che ha bloccato la profilassi nelle carceri proprio per porre fine all'arbitrarietà delle decisioni regionali e riaccentrarne il controllo, va in questa direzione. Il premier sembra avere chiaro che per procedere più speditamente verso l'obiettivo di vaccinare il 55 per cento della popolazione entro la fine di giugno, come da road-map dell'Unione europea, i modelli di riferimento restano l'Inghilterra e Israele, in cui il ruolo del centro rispetto alle autonomie locali è predominante. Per questo Draghi parla così schiettamente: s'è convinto che uno dei rischi più ingombranti sulla strada della vaccinazione di massa è proprio quello delle mille varianti regionali

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