Monitoraggio regioni

Meno chiusure e più vaccini. Draghi vuole i dati per riaprire e allentare le restrizioni

Dati da studiare in vista del prossimo Dl Covid

Carmelo Caruso

Strategia del premier: monitorare la curva delle vaccinazioni regionali in vista del nuovo decreto e decidere se allentare le restrizioni. Previsto balzo vaccinazioni per metà aprile. No alla retorica "va tutto male"

È passata un’idea che per Palazzo Chigi è un’idea tutta sbagliata. E’ quella che si proverà a capovolgere. C’è un racconto di un paese che “non trova vaccini”, “indietro sulle somministrazioni” che ha finito per coprire “un approvvigionamento soddisfacente”, una “campagna che malgrado alcune sacche sta funzionando”. Si comincerà dunque a comunicare (e registrare) i dati delle vaccinazioni regione per regione. Per la prima volta ci sarà un contatore che non è quello della catastrofe, ma dei vaccinati. I numeri degli immuni accanto a quelli che abbiamo imparato a temere. Un “attento monitoraggio” che servirà a valutare se è doveroso mantenere le restrizioni, ma senza escludere la possibilità di allentare.


La volontà del governo è di curare una comunicazione che sta generando un panico ingiustificato e che ha inculcato la convinzione che l’Italia sia un paese da “otto settembre”, sempre indietro e destinato a perdere anche questa gara. Oggi, ad esempio, veniva smentita l’indiscrezione che nel nuovo dl Covid (arriverà fra lunedì e martedì prossimo) ci sia un’ulteriore proroga di una settimana per quanto riguarda le strette.

 

Al momento non c’è. A Palazzo Chigi si pensa che non sia questo il miglior modo di informare, se esiste un modo, e che alla fine sia questo clima a generare “scetticismo e nervosismo”. I dati sulla campagna vaccinale non sono da sciagura. L’82 per cento di dosi ricevute è già stato inoculato e da quando la gestione, e si intende approvvigionamento e logistica, è passata alla Difesa, si è registrato un cambio che per la struttura di governo non sarebbe stato sufficientemente illuminato. 132 sono al momento gli hub vaccinali mobili e fra 24 ore, avvisa il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulé, saranno 200.

 

Si vuole spiegare, e ancora, che con le regioni si interagirà e che però, come aggiunge  Mulé, “le regioni non devono essere concorrenti dello stato ma solo concorrere”. A Pratica di Mare sono arrivate 300 mila nuove dosi. Al presidio vaccinale della Cecchignola, che è forse il più simbolico, si stanno vaccinando più di mille persone al giorno e saranno presto 2.000. Non si vuole spettacolizzare un piccolo successo, ma neppure si può sopportare e “andare avanti drammatizzando una campagna vaccinale che finalmente è partita e bene”. Ci si sta interrogando su come sfruttare, anzi, “valorizzare”, ma soprattutto condividere al meglio, la mole di dati che finora la struttura del generale Figliuolo ha immagazzinato.

 

Si studia insomma come rendere il più chiaro possibile il report: scorte vaccini, arrivi di nuove dosi. Renderlo quotidiano è una possibilità anche solo per superare lo choc di un anno fa quando la contabilità era l’angoscia del pomeriggio. Draghi ha avuto una riunione con il ministro della Salute, Roberto Speranza e i membri del Cts, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli che viene definita di “aggiornamento” e non si è parlato di come sanzionare o imporre dall’alto “regie uniche”. Si studiano le prossime misure ma confidando nel balzo vaccinale che ci sarà.

 

La piattaforma di Poste che prevede quattro tipi di prenotazione (call center, sportelli postamat, portalettere e portale online) rimane “consigliata” alle regioni e perfino i dirigenti del gruppo hanno preferito sminuirsi e definire, quello offerto al governo, solo “un supporto tecnologico”. In questi giorni è in atto la trasmigrazione dei dati lombardi, circa dieci milioni, sulla piattaforma delle Poste. E’ probabile che altre regioni se ne serviranno ma senza “diktat”.

 

Si è ripetuto quanto sia indispensabile conoscere i numeri ma poco quanto sia necessario disaggregarli. L’obiettivo della ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, anche lei a Palazzo Chigi per un ulteriore incontro con Draghi, è conoscere “la qualità della vaccinazione”. In Toscana, se si indaga, si scopre che sull’83 per cento dei vaccinati la quota di ultra ottantenni è bassa. C’è una settimana, la terza di aprile, che secondo il governo si rivelerà decisiva. Arriveranno i vaccini monodose Johnson & Johnson. E’ la settimana che precede nel calendario la giornata del 25.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio