(foto Ansa)

Le (infinite) regionali pugliesi: il Tar taglia due consiglieri alla maggioranza di Emiliano

Michele De Feudis

Tre sentenze danno il via alla ridefinizione degli eletti: il procedimento si chiuderà solo a luglio. Intanto sulla carta il centrodestra recupera due seggi (De Palma di Fi e il fittiano Scalera), mentre il Pd avrà un consigliere in più (con tutta probabilità sarà De Santis, vicepresidente dell’assemblea nazionale al tempo della segreteria Renzi)

In Puglia le elezioni non finiscono mai. Succede per le regionali del settembre scorso. Tre sentenze del Tar hanno rimodulato la composizione dell’assemblea legislativa pugliese, riducendo il premio di maggioranza della coalizione vincente del governatore Michele Emiliano. Il fronte progressista perde due unità e passa da 29 a 27 eletti (su 50) in seguito all’adozione di una interpretazione della legge elettorale differente rispetto a quella adottata dalla Corte di appello di Bari a fine ottobre. Nel frattempo, però il fronte emilianista ha allargato la coalizione ai Cinquestelle (quattro consiglieri dei cinque eletti) diventando il primo esperimento regionale in Italia di marca giallo-rossa.

 

I grillini (che hanno all’opposizione di Emiliano l’ex candidato governatore, Antonella Laricchia, su posizioni vicine a quelle di Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista) con questo nuovo scenario puntano ad acquisire maggior peso nell’amministrazione regionale, riducendo i margini di manovra dei portavoce contrari ad accordi con il Pd, partito avversato negli ultimi cinque anni e in campagna elettorale.

 

I dispositivi del tribunale amministrativo hanno stabilito dei principi guida che porteranno alla sostituzione di alcuni consiglieri in carica con i subentranti: l’iter non è ancora definito. La pratica si completerà solo l’8 luglio prossimo. I giudici (presidente Carlo Dibello ed estensore Giacinta Serlenga) nella sentenza hanno chiarito che il premio di maggioranza previsto nella legge elettorale pugliese va "ricalcolato al netto dei voti ottenuti dalle liste che all'interno della coalizione vittoriosa non hanno superato la soglia del 4%”. Questo, per paradosso, è l’esito del ricorso del primo dei non eletti dem Domenico De Santis: due seggi in meno alla sua coalizione.

 

Ecco nel dettaglio i cambiamenti assodati: la lista “Con Emiliano” perderà un seggio e i “Popolari con Emiliano” due. Il centrodestra otterrà due nuovi consiglieri (per il forzista Vito De Palma e il civico fittiano Antonio Paolo Scalera), mentre è molto probabile che entri anche il dem Domenico De Santis, già vicepresidente dell’assemblea nazionale del partito ai tempi della segreteria Renzi.

 

Tutto definito? No. E’ stato dato incarico al Prefetto Antonella Bellomo, come commissario ad acta, di ridefinire i conteggi nelle varie liste. E nelle more pendono i ricorsi dei primi dei non eletti Pd Sergio Blasi e Teresa Ciccolella. Trepidano anche i possibili esclusi: i popolari Mario Pendinelli e Francesco La Notte e il civico (di Con) Peppino Longo, nonché i dem Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea. Gongola per i due eletti più tra i conservatori l’eurodeputato di Fdi Raffaele Fitto, candidato governatore sconfitto a settembre: “La nostra non era una sterile e strumentale polemica. I giudici del Tar hanno posto rimedio a una stortura della rappresentatività democratica: la maggioranza di centrosinistra è a 27 e non a 29 consiglieri".

 

Una curiosità finale: faceva parte del collegio legale che ha presentato il ricorso per il forzista De Palma anche Francesco Paolo Sisto, deputato azzurro e neosottosegretario alla Giustizia del governo Draghi.

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