Foto Alessandro Di Meo/POOL Ansa/LaPresse

Passeggiate romane

Zinga e il congresso

Il segretario del Pd è “stufo dell’assedio quotidiano”. Orlando cerca autonomia

Nicola Zingaretti ha deciso: convocherà il congresso del Partito democratico prima della scadenza (cioè tra due anni). Il segretario dem è stufo dell’assedio quotidiano degli avversari interni, di quella che lui definisce senza mezzi termini “un delegittimazione giornaliera”. “Quelli che vogliono far rientrare Renzi o i renziani nel Pd subiranno l’ennesima sconfitta”, dicono i fedelissimi del presidente della Regione Lazio, che sembrano già essere sul piede di guerra. Sempre gli stessi hanno messo nel mirino gli amministratori locali: Stefano Bonaccini, che pure continua a dire che parlare di congresso in piena pandemia è surreale, ma che sta già affilando le armi, Giorgio Gori, Dario Nardella, le cui dichiarazioni critiche contro l’attuale gestione del Pd sono sempre più frequenti. La battaglia è iniziata.

     

 

Rinvio delle elezioni amministrative. Nel Partito democratico si da’ quasi per scontato che le elezioni amministrative non si terranno a primavera ma verranno fatte slittare a settembre, quando sarà di fatto terminata la prima fase della vaccinazione della popolazione italiana. Nessuna preclusione rispetto a questa ipotesi, che darebbe comunque il tempo ai dem per organizzarsi meglio e per cercare di riannodare i fili dell’alleanza con il Movimento 5 stelle anche sui territori, ma il Pd vuole che la decisione del rinvio delle elezioni “venga presa dal governo Draghi nella massima autonomia, avvalendosi di tutti i dati scientifici sulla pandemia a disposizione”.

 
I parlamentari dem in Commissione di vigilanza Rai stanno affilando le armi in attesa dell’audizione dell’ad Salini. Al Nazareno stanno spingendo per attivare il prima possibile le complesse procedure per il cambio del consiglio d’amministrazione di viale Mazzini, che scade in aprile.  “La gestione di Salini è stata fallimentare, forse la peggiore che si era vista in Rai”, dicono al Pd. I dem sono molto critici anche rispetto all’eccessivo potere che, a loro avviso, hanno gli agenti in Rai: “Ormai a viale Mazzini fanno il bello e il cattivo tempo”, dicono al Nazareno. E Salini. E, frattempo che fa? A viale Mazzini raccontano che l’ad Rai sia rinchiuso nel suo ufficio al settimo piano e abbia ridotto al massimo gli incontri…

 

La vicenda dei sottosegretari ha acuito le tensioni nel Pd. Nicola Zingaretti, nel giro di pochi giorni, si è trovato a dover litigare sia con Andrea Orlando che con Matteo Orfini, per cercare di tenere fede alla sua promessa di mettere molte donne nei posti di sottogoverno. Ma non è solo per colpa delle difficoltà del Pd che la vicenda dei sottosegretari è andata a rilento. Tant’è che qualche dirigente dem, che ancora fatica ad accettare la soluzione della crisi con il governo Draghi, ieri commentava: “Ma come, con super Mario non doveva essere tutto veloce e perfetto?”.

 

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